Sera. Tu e i tuoi amici non sapete che fare, la noia incombe e in centro ci siete stati ieri e quasi certamente ci tonerete domani. Che fare? Andare al cinema, ovvio! Vi buttate in sala e intorno a voi, che ve ne accorgiate o no, si annidano il cinefilo, la maschera, il mangione e il godereccio. Sapreste riconoscerli? E voi, quale tipo di spettatore siete?
Lavorare in una multisala cinematografica comporta diversi vantaggi, a prescindere dalle abbuffate di popcorn e dai film a sbafo. Armato della mia personale lente d’ingrandimento ho avuto modo di osservare tutte le categorie di spettatori che si riversano nelle sale e devo dire che ne ho viste delle belle. I personaggi raccolti ne i9diYURY e qui descritti (per quanto possa sembrare impossibile) sono tutti realmente esistenti. E vivono fra noi. Compreso il “mostro di Firenze”.
Mentre ti aggiri spaesato davanti alle casse come Bambi nella foresta, senza quasi sapere che film stai andando a vedere, lui è lì. Fermo in coda, soldi alla mano (sa esattamente qual è il prezzo del biglietto e l’entità di eventuali sconti), che punta la cassiera come un perfetto segugio cinematografico. Dopo aver comprato il biglietto per te e per tutta la vostra comitiva di 57 persone – esattamente nei posti che voleva (quelli dove si vede meglio e l’equalizzazione del suono è perfetta) – vi conduce nel buio della sala, come solo la migliore delle guide turistiche saprebbe fare, fino alle poltrone designate. “Quinta ciii! Quinta ciiiiii!”… “Sì maestra…”.
Il godereccio è colui che va al cinema non per il film. Non per il pop corn. Non per lo svago. No. Lui ci va per limonare duro. Entra in sala ridacchiando giulivo, tenendosi per mano con la propria anima gemella. Poi… “le luci vanno giù e non si scherza più”: scatta il momento piovra. Dalla sagoma della poltrona davanti a te si stagliano i movimenti inconsulti di gambe, braccia e teste intrecciate che si contorcono nell’estasi e si odono rumori simili a quelli dell’acqua che finisce nello scarico dopo aver sturato il lavandino. [Non è consigliabile prendere il posto di due goderecci hardcore che hanno visto il film alla precedente proiezione].
Quella del cinefilo è una figura mistica. Quasi mitologica. Entra in sala, prende posto, piega la giacca con cura certosina e la infila in un luogo dove non possa dargli fastidio. Poi assume la posizione: sguardo incollato al telo bianco, braccio appoggiato sul bracciolo con la mano a sorreggere il mento mentre la tipica espressione sfingea campeggia sul suo volto. E siamo solo ai trailer… “sssshhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!”
Quando lo incontrate non riuscite a fare a meno di domandarvelo per tutto il tempo della proiezione: “Ma come fa?”. “Come diavolo farà a perdersi OGNI SINGOLO MOMENTO del film?”. Non importa se il film è eccelso o una merda. Lui in qualsiasi caso scrive su Whatsapp, si scaccola, scorre la bacheca di Facebook, chiacchiera con l’amico affianco, si gratta gli zebedei, ecc. ecc. Piuttosto che seguire il film preferisce prodursi in inutili selfie al buio da postare su Instagram, o guardare da qualsiasi parte fuorché lo schermo. Insomma: del film nun je ne po’ frega’ de meno. Soldi ben spesi!
Quando sta per arrivare lo sentite da lontano. È ancora nel corridoio prima della sala ma voi lo sentite. L’acqua della vostra bottiglietta si increspa in piccole ondine come in Jurassick Park. Solo che non sta arrivando un T-Rex. Arriva lui: il mangione. Entra oscurando la luce del proiettore (non è che si vede la sua sagoma sullo schermo: scompare proprio l’immagine proiettata); è armato di: un barile di popcorn da 1200 once, 3 hot dog (ketchup, senape, mayo e crauti), Twix, Bounty e Snickers assortiti, litrata di 7Up e quei due o tre pacchi di orsetti gommosi che non si sa mai… “Crunch, munch, crunch!”.
Non importa quanto stupido possa essere il film o quanto sia banale o scontata la trama: lui deve commentare. Il telecronista rivolge inizialmente le sue attenzioni al vicino di posto: “Hai capito? Li ha fregati di brutto! Pensavano che fosse dalla loro parte ma in realtà stava facendo il doppio gioco! Avevi capito? Io no! Ci sono arrivato solo adesso! Che bello questo film… proprio figo, sì sì!”. Quando lo sguardo impietoso dell’amico lo folgora (della serie “manoncistaimaizitto?”), il telecronista, per un attimo, dubbioso, si zittisce. Poi ritrova la verve e ricomincia a commentare. Da solo. Per la gioia del pubblico. Ma porc…
Il clown è colui che è convinto di aver sbagliato mestiere o facoltà universitaria: non doveva fare il calzolaio o ingegneria. No. Lui doveva fare il cabarettista. Il primo commento comico sul film viene raccolto dagli amici con una fragorosa risata. Lui prende coraggio e dopo due minuti ci riprova. Non va bene: solo qualche risatina. Perde fiducia ma se la ridacchia da solo. Prova – tentativo disperato – la terza battuta. Nessuno ride e, anzi, il clown raccoglie solo occhiatacce dagli amici e una botta di “OH HAI ROTTO I C*******!” dalla fila dietro. A questo punto, voi sperereste che, mortificato nell’animo e ferito nell’orgoglio, il clown possa tacere per sempre. Invece no. Lui continua. Da solo. Fa battutine tristissime e ride, fra il gelo degli amici e le bestemmie dei vicini di posto. Ammazza come sei divertente.
Oooh che bello! Tu e il/la tua/o fidanzata/o siete andati allo spettacolo pomeridiano e avete la sala tutta per voi. Ma poi…”gneeeeeeec… BAM!”. A film iniziato, la porta si chiude ed entra lui. Lo vedi anche al buio perché ha la cera di Nosferatu. Si accomoda nell’ultimo posto in alto, dalla parte completamente opposta alla porta. Anche se già l’ansia e l’angoscia sono palpabili continui a chiacchierare con il/la tuo/a bello/a e ti godi il film. Ma la sensazione di uno sguardo che ti fora la nuca è enorme: ti giri e vedi i suoi occhi di stregatto che ti fissano nel buio. Forse è meglio uscire… subito!
Accompagni la tua bambina allo spettacolo delle 15 a vedere il film delle Winx. Che il cielo te ne scampi e liberi. Che pomeriggio infausto. Poi entri in sala, i trailer sono già iniziati, ma nel buio della sala vedi due paia d’occhi rosso fuoco (il fattone gira tendenzialmente in coppia con un altro esemplare) che illuminano la zona circostante. Ma chi sono? Inizia il film, tu ti strapperesti i testicoli a morsi, tua figlia è annoiata ma… c’è qualcuno che si diverte! Le due figure, quattro file più in giù, alternano momenti di attenzione riverente verso fatine colorate (come se avessero visto la Madonna) a scoppi di risate fragorose. “Scusate me ne date un po’?”.