A Venezia 2015 i film italiani dividono i giudizi. A Bigger Splash di Luca Guadagnino, con Tilda Swinton e Ralph Fiennes, è stato accolto dalla stampa con qualche polemica e diffidenza, secondo me infondata. Un film dal respiro internazionale, che parla di desiderio e gelosia, schiacciando i propri protagonisti contro la dura realtà dell’isola di Pantelleria.

Dopo Everest e Beasts of No Nation, un’altra recensione in anteprima dalla 72°Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Parliamo di A Bigger Splash (da un quadro di Hockey del 1967) di Luca Guadagnino, terzo film italiano in concorso, girato a Pantelleria con un cast internazionale di alto livello: Tilda Swinton, Ralph Fiennes, Matthias Schoenaerts e Dakota Johnson.

La stampa nostrana si trova nuovamente divisa: così come il primo film italiano, L’Attesa di Piero Messina, anche A Bigger Splash è stato beccato con qualche fischio dai giornalisti. Il motivo principale è il finale, dove il maresciallo Carmelo (Corrado Guzzanti, troppo bravo per infangare qualsiasi cosa), stando ai detrattori, infangherebbe l’Arma dei Carabinieri e forse l’Italia intera.

Un’accoglienza che a noi, all’altra fetta della stampa italiana e a gran parte di quella estera è sembrata ingenerosa, per un dramma classico, scritto bene e recitato ancora meglio dal quartetto protagonista. Non stiamo parlando di un capolavoro, ma di un buon film che esamina le necessità e le indicazioni dei corpi prima che delle menti, toccando tanti temi senza perdere di vista il punto centrale: le politiche e i meccanismi del desiderio, l’incomunicabilità dei sentimenti.

Tanta carne al fuoco, Ralph Fiennes ruba la scena

La leggenda del rock Marianne Lane (Tilda Swinton, divina come sempre, già con Guadagnino in Io Sono l’Amore) è in vacanza sull’isola di Pantelleria con il compagno Paul (Matthias Schoenaerts, altrettanto bravo), quando inaspettatamente arriva a interrompere la loro vacanza Harry (Ralph Fiennes, in odore di Coppa Volpi al miglior attore), produttore discografico, amico di Paul ed ex fidanzato di Marianne. Con lui c’è anche la figlia Penelope (Dakota Johnson), provocante e giovanissima. Cominciano così una serie di pericolose collisioni emotive, tra nostalgia, desiderio e rock ’n’ roll, sotto il sole di Pantelleria.

Proprio l’isola è un elemento essenziale. Grazie alla “reclusione” in uno spazio e in un momento preciso (l’estate), i comportamenti di queste quattro persone vengono esasperati fino a rivelare i loro lati più oscuri e irrisolti. Come se la vacanza costringesse i protagonisti a sedersi a un unico tavolo, obbligandoli a confrontarsi sui loro rapporti. Harry arriva a Pantelleria con il preciso scopo di riprendersi Marianne, portandosi dietro anche la figlia, che provoca Paul ponendo le basi per un assurdo “scambio di coppia”.

Harry, Paul e Marianne sono costretti a chiedersi a che punto siano della loro vita: stanno andando avanti? Sono rimasti ancorati a un passato paludoso ma rassicurante? Certamente è così per Harry, pentito, nostalgico e costantemente su di giri. Molto divertente la scena di ballo di Ralph Fiennes, a cui, a quanto pare, nessun regista aveva mai chiesto di ballare. Che spreco!

Marianne incarna invece uno spirito più maturo, quasi da rockstar decadente, pure afona dopo l’ultima tournée. Una soluzione curiosa che la Swindon stessa ci ha spiegato così: “quando mi hanno chiamata per propormi il film, ero in un momento personale in cui non mi andava proprio di parlare. Con nessuno. Allora ho detto a Luca che sarei venuta, ma che il mio personaggio avrebbe dovuto parlare pochissimo. Piano piano ho capito che sarebbe potuta essere una risorsa, in contrasto con il personaggio di Ralph che parla in continuazione. Questo alla fine è un film che parla della mancanza di comunicazione”. Resta un po’ in disparte Paul, nervoso e controllato, reduce da un tentato suicidio, e Penelope (una credibile Dakota Johnson), ragazza molto intelligente che, spiega la stessa Johnson, “ha uno strano collegamento con la propria sessualità. Chiedendosi come utilizzare questa cosa, cerca di capire cosa significa essere giovane donna”.

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Come detto, anche Pantelleria gioca un ruolo importante, spingendo i protagonisti a porsi delle domande etiche. Le varie attenzioni e tensioni tra di loro si scontrano con la realtà dell’isola, divisa tra la sua magnificenza ancestrale e un’emergenza sociale odierna (lo sbarco dei rifugiati di guerra), che emerge verso la fine, quando entra in scena il maresciallo Corrado Guzzanti, le cui scelte, che qua non spoileriamo, hanno attirato polemiche. Diciamo solamente che sono state considerate irrispettose e poco serie.

Un film con tanta carne al fuoco, dunque. Per fare chiarezza, abbiamo chiesto in modo diretto al regista quale fosse l’esigenza primaria che lo ha spinto a raccontare questa storia.

“Volevo interrogarmi sullo stato delle politiche del desiderio tra persone adulte e come queste si scontrino con la realtà. Poi volevo avvicinarmi al tono della commedia, senza abbandonare toni più cupi. Ogni film è un’occasione, che la generosità di produttori e attori ci permette di costruire. Se lo si fa bisogna cercare di sorprendere se stessi e fare qualcosa che indaghi ma unisca, qualcosa che si avvicini a un divertimento familiare”. (Luca Guadagnino)

A Bigger Splash, distribuito da Lucky Red, sarà in sala dal 26 novembre. Anche se siamo nella rubrica sbagliata, volate al cinema!

#Venezia72: A Bigger Splash, desiderio e rock ‘n’ roll sotto il sole di Pantelleria ultima modifica: 2015-09-09T18:16:12+00:00 da Alessio Rocco