C’è chi non ci sperava più e chi non ha mai smesso di aspettarli. Gli Afterhours tornano a calcare le scene italiane senza essere invecchiati di un giorno, con lo stesso elettrizzante entusiasmo che li caratterizza da sempre. Ah-ah.
Dopo quattro anni di attesa e il successo di Padania, gli Afterhours tornano con un nuovo disco e una nuova tournee. Ostinati a non perdere lo stile di sempre, il loro Folfiri o Folfox non ha deluso le attese: i 18 nuovi brani, graffianti e originali, confermano l’intenzione di dominare la scena del rock italiano senza piegarsi ai trend di mercato e alla domanda musicale contemporanea. La ripartenza passa dal Goa-Boa Festival 2016 di Genova.
Folfiri o Folfox
L’album racconta tematiche scomode e profonde, ripercorrendo lo stile musicale del gruppo con malinconiche ballate, suoni elettronici e aspri. Non è un disco semplice, non è un disco per tutti. Come agli esordi, nulla è dato per scontato. Manuel Agnelli e soci si offrono al pubblico senza facilitazioni e filtri, per essere follemente amati o odiati, nel puro stile Afterhours.
La recente polemica nata dalla partecipazione del frontman al famoso talent televisivo X Factor nel ruolo di giudice, viene più volte liquidata da Agnelli nel suo stile secco e noncurante. Sbaglierò, dice, pazienza. Dimostra sicuramente il coraggio del gruppo, che sceglie di affrontare una platea probabilmente estranea alla filosofia musicale ed alla storia degli Afterhours.
Il rapporto con il pubblico
La partecipazione a Sanremo con “Il Paese è Reale” fu criticata dai fan per un verso, e dal pubblico del Festival per un altro. In “Fra i non viventi vivremo noi” il pubblico viene definito una mamma, piena di attenzioni, alla quale tuttavia non bisogna mai disobbedire: a partire dal 1990, nelle diverse formazioni, Agnelli si è fatto portabandiera di un filone musicale che più volte ha disobbedito agli schemi imposti dai dati di vendita, reinventando continuamente gli Afterhours.
Folfiri o Folfox resta comunque un concentrato di vita vissuta, di esperienze dolorose, e offre, alla fine del tunnel di suoni cupi e struggenti, la speranza di poter sempre rinascere dalla distruzione di se stessi.
La positività non è possibile
Gli Afterhours tornano oggi con testi complessi che sembrano poesie, melodie travolgenti e assoli elettrici, con un progetto che ancora una volta si è rivelato impermeabile all’attuale logorio musicale. Si fa spazio in un panorama che difficilmente produce pezzi più longevi di una stagione, singoli non destinati semplicemente al consumo di massa dei locali e delle radio. Brani certamente carichi di significato e virtuosismo lirico e musicale, anche se più difficili da comprendere. Pazienza, sembra dire Agnelli ancora una volta.
Ci si vede al Goa-Boa!
[S. Horak]