Apparati Effimeri, studio bolognese di visual design, secondo l’anno scorso al Festival Internazionale di Mapping di Mosca, vanta numerose collaborazioni con grandi marchi commerciali e, a stretto contatto con la street art, ha applicato la sua arte digitale sperimentale a grandi progetti legati al mondo della natura, del cinema e della musica classica. Scopriamone di più in un’intervista.
Che Bologna sia una città vitale si sa, la sua Università è tra le più antiche del mondo, la sua tradizione culturale la rende un dei centri più vivaci dal punto di vista artistico del panorama italiano e qui, tra portici e vicoletti, nascono gli Apparati Effimeri.
Nel 2010 il duo, all’anagrafe Federico Bigi e Marco Grassivaro, fonda il progetto prendendo il nome da “gli apparati delle feste che durante l’età del Barocco, rendevano possibile le idee di grandi artisti per valorizzare, con effetti scenici, alcuni spazi pubblici e privati”.
“Stupire, coinvolgere, emozionare, queste le componenti che muovono lo spirito creativo di Apparati Effimeri. Apparati Effimeri è uno studio di visual design che realizza contenuti visivi tridimensionali altamente persuasivi, adatti a ogni tipo di comunicazione non convenzionale. Con la continua sperimentazione dei nuovi linguaggi digitali risponde alla crescente richiesta di creatività avanzata dal mercato e soddisfa le esigenze di visibilità e promozione del cliente attraverso la sperimentazione artistica e l’innovazione tecnologica. Al mapping 3d – l’elaborazione in tre dimensioni applicata all’architettura – aggiunge l’interaction design, l’object projection e la stereoscopia. L’uso sapiente delle nuove tecnologie crea ambienti immersivi di forte impatto emozionale, adatti per i grandi eventi ma anche per party esclusivi”.
Lo scorso anno hanno partecipato al Festival Internazionale di Mapping a Mosca, dove si sono classificati secondi. A spiegare per iscritto “l’opera” che hanno realizzato nella capitale russa si rischia di non riuscire a rendere realmente l’idea di come i suoni, i colori e le sensazioni fossero un tutt’uno, come se quell’edificio stesse solo aspettando di poter “mostrare” un’altra faccia.
Collaborano oggi con grandi marchi come Lavazza, BMW, Bacardi, Nokia, Lexus, Ferrari, hanno realizzato visual set per party con Congorock. Tra le tante attività ricordiamo quella al Festival di Mapping di Ginevra, dove hanno realizzato il Velo di Maya, e quella al Théâtre de la Monnaie di Bruxelles dove si sono cimentati in un 3D visual environment, “una proiezione in tre dimensioni che segue il perimetro e le prospettive dell’ambientazione boschiva del primo atto” del Parsifal di Richard Wagner.
Il mapping come nuova arte al servizio dell’arte urbana
E in Italia, direte voi? Beh, bisogna dire che i ragazzi si sono dati da fare anche da noi specialmente nella loro terra, l’Emilia Romagna, dove Apparati Effimeri ha realizzato cose uniche sia dal punto di vista artistico, che per il messaggio che vogliono trasmettere realizzando queste opere in luoghi pubblici.
Nella sola Bologna i progetti sono stati tanti: BOtanique 2011, progetto Linfa Vitale, una video proiezione architetturale che ha animato la facciata del Dipartimento di Lingue e Culture Straniere di UniBo; Vis Elettronica, forme tridimensionali e animazioni liquide nelle architetture che racchiudono l’area del Parco del Cavaticcio, ricreando un’ambientazione da club d’avanguardia a cielo aperto; e poi le installazioni alla Montagnola, i corsi all’Università di Bologna e le collaborazioni con lo Spazio 9.
Prima di lasciarvi all’intervista è giusto citare anche progetti come Parhelic a Hong Kong per Dunhil, L’Ecrit Animé al Toolkit Festival 2012 dove per la prima volta un writer italiano, Peeta, e uno studio di visual design, Apparati Effimeri, collaborano alla realizzazione di un progetto di mappatura stereoscopica o ancora Hic et Nunc, animazione della facciata dell’edificio che ospita il Chiostro di San Pietro nel comune di Reggio Emilia.
Partiamo dagli inizi, qual è stato il vostro percorso artistico prima di Apparati Effimeri?
“Entrambi (Marco Grassivaro e Federico Bigi) partiamo come vj. Marco ha un approccio più legato al mondo della video-arte, mentre io (Federico) più a quello del cinema. Ci siamo incontrati in un set cinematografico dove entrambi lavoravamo come tecnici e proprio lì abbiamo deciso di fare qualcosa insieme“.
Qual è l’idea che vi ha portati a realizzare il progetto al Festival Internazionale di Mapping a Mosca?
“Chiaroscuro, titolo dell’architectural mapping presentato al Festival, ha voluto trasformare il VDNH in un grande specchio che ha ripreso i colori e le forme di Mosca, metropoli contemporanea, crocevia di popoli e culture. Anche il sound design, realizzato ad hoc dai Kousagi project (musicisti italo-giapponesi), ha giocato con la famosa suite da lo Schiaccianoci, Danza della fata confetto di Tchaikovsky“.
Come e quanto la vostra città natale, Bologna, vi ha ispirato nel vostro lavoro?
“Sicuramente gli studi compiuti al DAMS di Bologna hanno ispirato molti nostri progetti, come “Linfa vitale”, che ha voluto omaggiare il naturalista bolognese del ‘500 Ulisse Aldrovandi o “Vis Elettronica”, che ha ragionato sullo spazio del Cavaticcio, storico canale della città che con la sua cascata portava energia ai cittadini. Abbiamo scelto di essere in questa città perchè ci comunica molto. Le sue architetture, la sua storia e i vicoli hanno spesso orientato le nostre perfomance“.
Da progetti come “Stereoscopy” o come le installazioni al Parco della Montagnola a Bologna si coglie il vostro intenso legame con la natura. Da dove nasce?
“Lo studio degli elementi naturali è iniziato con l’esperienza del Parsifal di Wagner diretto da Romeo Castellucci, proseguito con gli antichi erbari di Ulisse Aldrovandi per il progetto Linfa Vitale e giunto poi all’Ex Gil di Roma per il Romaeuropa Festival all’incontro con il testo fondamentale per tutti gli studi di fisica e scienze naturali: l’enciclopedica Naturalis Historia di Plinio Il Vecchio. La natura è un perfetto scenario per giochi illusori e atmosfere magiche“.
Oltre a Mosca che vista la posizione raggiunta è già un’esperienza esaltante, c’è un altro progetto a cui voi siete particolarmente legati?
“Le Ecrit Animè in collaborazione con Peeta e la video proiezione creata per l’Orfeo ed Euridice diretto sempre da Romeo Castellucci, presentata sia a Bruxelles che a Vienna. Progetti per il futuro? Ci auguriamo di continuare a realizzare progetti esaltanti e collaborazioni stimolanti”.
Info
Apparati Effimeri
Sede: via del Borgo di San Pietro 52, 40126 Bologna, Italia
Telefono: + 39 051/0567636, +39 339 1680795
Mail: info@apparatieffimeri.com
Sito ufficiale: http://www.apparatieffimeri.com/
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