C’è un app davvero per ogni cosa, ma Be My Eyes è una vera sorpresa. Quando tecnologia e solidarietà si incontrano nasce un prodotto semplice utile e innovativo che risolve un problema diffuso in modo elegante e stimolante. Avete mai voluto fare volontariato ma non avete trovato un buco nella vostra agenda? Vorreste fare volontariato via Iphone? Questa app fa per voi!
So bene che questa sezione dedica spesso spazio alle applicazioni per smartphone e tablet, ma questa volta l’aiuto tecnologico che vi sottopongo non è solo per facilitare la vostra vita, ma anche e soprattutto per aiutare a migliorare quella degli altri. Torno allora a parlare di app poiché devo puntare un riflettore su quella che più di recente ho scoperto e apprezzato.
La app per IOS
Si chiama Be My Eyes e permette a imprestare i propri occhi ai non vedenti. Dopo l’installazione si seleziona una delle due opzioni, non vedente o volontario, poi si indica la o le lingue che si parlano fluentemente. I volontari dunque non devono far altro che lanciare la app e lasciarla in background. Ogni volta che un non vedente ha necessità di vedere qualcosa, lancia la app che lo connette in video con un volontario, abbinamento che, pur basandosi sulle lingue impostate, avviene casualmente. Il non vedente inquadra con il proprio iPhone cosa vorrebbe vedere e il volontario guarda per lui. Sarà possibile dunque aiutare persone potenzialmente da tutto il mondo, descrivendogli un tramonto, una foto oppure leggendo la data di scadenza del latte (data che raramente è scritta in braille!). Nei video dimostrativo si può notare quanto possa essere utile senza però diventare invadente, è previsto infatti che si possa “declinare una chiamata” qualora fossimo impegnati.
La mia prova
La connessione è stata un po’ lenta ma la qualità audio e video (sotto wifi) era ottima! Ho aiutato un signore che non capiva se era riuscito a spegnere il ventilatore a soffitto oppure no! In effetti girava ancora ma al contrario così l’aria andava in alto. Malgrado l’ansia da prestazione in meno di trenta secondi abbiamo “risolto” il problema e devo dire che è stata una piccola soddisfazione. Vi segnalo tra le altre cose che ho ricevuto la prima chiamata solo dieci giorni dopo aver installato l’app sul mio iPhone. Il perché? Semplice non sono pochi i volontari, anzi!
Numeri inaspettati
Sorge spontanea la domanda: “Ma questa app funziona veramente? Quanta gente è disposta a interrompere le attività della propria vita per dedicare attenzione ad altri?”. La risposta è: troppa! In questo istante ci sono “solo” diciannovemila non vedenti e ben duecentodiciottomila (ripeto 218000) volontari e i numeri non fanno che crescere. Con questo straripante numero di volontari si fa gioco di squadra senza neanche accorgersene! Inoltre questi numeri e la possibilità di declinare una chiamata se si è impegnati evitano che l’uso su Be My Eyes diventi una specie “lavoro” part-time. Tutti possono fare la loro parte e in qualche modo fare volontariato via iPhone con un impatto insignificante sui propri impegni e sulla propria vita.
Tirando le somme
Sin dagli albori la tecnologia è stata il punto di incontro tra bisogno e scienza. Che l’Homo habilis ne fosse conscio o meno, il suo armeggiare con punte di freccia e ruote abbozzate fu il germe che ha poi permesso al bisturi e alla metropolitana di essere realtà quotidiane. Il mondo tech però ha anche subito una forte invasione da parte del business dell’intrattenimento, col risultato che spesso si dimentica che, almeno in teoria, l’innovazione tecnologica mira a offrire soluzioni pratiche a problemi di ogni giorno. La tecnologia può migliorare le nostre vite e in alcune occasioni può anche coinvolgerci in questo cambiamento.
Be My Eyes ribalta le nostre aspettative. Altre applicazioni o servizi, si pensi alla app Prezzi Benzina, KickStarter e simili, i siti di couchsurfing o alle pagine Facebook “Te lo regalo se vieni a prenderlo”, puntano a ottenere risultati simili, partendo però da bisogni più materiali, e se vogliamo egoistici, come il denaro o il risparmio. Esiste però un trend nel mondo tecnologico, trend che si spera continui e prosperi, riassumibile col vecchio motto “tutti per uno, uno per tutti”. Ciò che rende possibile Be My Eyes è chiamato dal suo stesso ideatore “micro volontariato”. Un volontariato non invasivo né per il volontario né per chi lo riceve, che non richiede il ritagliarsi del tempo in agenda, che non diventa un “impegno”. Un volontariato che però interrompe la routine. Questa idea semplice non risolve un problema, sono gli utenti a risolverlo, l’app è solo lo strumento con cui questo è possibile. Vien da pensare e da ragionare sul fatto che tutta la tecnologia dovrebbe essere uno strumento e noi utenti rimanerne il centro del suo impiego. Credo che poche app o siti riescano così pienamente in questo intento. Come dicevo non si può incappare in questa applicazione senza parlarne agli amici con entusiasmo. In qualche maniera migliora il mondo in cui viviamo e ci rende protagonisti del cambiamento.