Alejandro Gonzalez Inarritu, tre parole che potrebbero non dirvi nulla. Forse avete visto i famosi 21 grammi e Babel, ma ancora non lo avevate ben identificato. Ora è in sala il suo ultimo film, Birdman, che ha aperto la 71ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ed è candidato a ben 9 premi Oscar. Ne siamo certi: dopo questo film, nel bene o nel male, non potrete più dimenticare il suo nome.

 

Fare di una commedia un grandissimo film è molto difficile. Quante commedie vincono un Oscar al miglior film? Quante alla miglior regia? Ecco perché Birdman – o l’imprevedibile virtù dell’ignoranza merita tutta la nostra attenzione: è una commedia, fa ridere -spesso in maniera nerissima- ma ha tutte le carte in regola per essere molto di più: una lucida e visionaria analisi sulla ricerca della propria identità.

La trama e il trailer italiano di Birdman

Riggan Thomson (Michael Keaton), star planetaria che ha raggiunto il successo nel ruolo del supereroe alato Birdman, vuole dimostrare di essere anche un grande attore. Come? Portando in scena, nel ruolo di protagonista, una pièce teatrale in uno storico teatro di Broadway. Nell’impresa sono coinvolti, tra gli altri, la figlia ex tossica Sam (Emma Stone) e Mike (Edward Norton), un attore di grande talento ma di pessimo carattere. Riuscirà Riggan a dimostrare di non essere solo un fenomeno da blockbuster?

Birdman, un discorso sull’identità e sulla ricerca di sé

Birdman è un film completo. Regia, sceneggiatura e recitazione presentano caratteristiche molto interessanti, accattivanti e originali, perfettamente bilanciate. In una commedia vedere un lavoro così raffinato è davvero difficile.
La regia, ve ne accorgerete subito, è molto particolare. Totalmente priva di stacchi, la messa in scena di Inarritu punta a creare l’effetto di un infinito piano sequenza. Un effetto appunto, perchè il film presenta dei tagli qua e là, sempre ben mascherati. La sensazione che ne deriva è quella di un ondeggiante viaggio nella mente di Riggan, le cui ansie e paure vengono illuminate dal rapporto con gli altri personaggi, tutti importanti e necessari alla narrazione.

L’attenzione alla struttura narrativa ci conduce a evidenziare un altro dettaglio fondamentale: Birdman è un complesso discorso sull’identità e sulla ricerca di sé. Tormentato dal suo piumato alter ego, Riggan si chiede: chi sono? Cosa voglio? Quanto valgo? Come posso esprimermi? Ben 4 sceneggiatori, tra cui lo stesso Inarritu, hanno brillantemente sviscerato questo conflitto, nascondendo tra le righe del copione una piccola verità, assai ridimensionante per la forte personalità di Riggan: “il nostro ego e le nostre ossessioni sono insignificanti“.

Ma ciò che rende Birdman davvero un grandissimo film è il perfetto e geniale passaggio dal registro surreale e onirico a quello realistico e di denuncia. Si passa con grande fluidità da un’assurda sequenza dove Riggan vola su New York nei panni di Birdman -sconfiggendo, nel frattempo, un paio di mostri giganti- a durissime critiche nei confronti dell’era del digitale, dei media e della derivante strumentalizzazione delle persone. Riggan è intrappolato: non può più essere nulla al di fuori di come viene visto. Schiacciato dall’immagine che si è creata di lui, arriva a pensare di essersi perso la sua vita, avendola osservata, come nel caso della nascita della figlia, da dietro una telecamera. Una visione pessimista, che vede Riggan non in grado di riconciliarsi con i lati più oscuri di sé, a cui tuttavia fa da contraltare un finale bellissimo, letteralmente sospeso nell’aria…

Birdman

Infine, signore e signori, Birdman vale la pena di essere visto per Michael Keaton. Il 63enne ex Batman, forse mai approdato al grande cinema, si mette in gioco al 100%, portando un pezzo della sua reale carriera di attore al servizio del progetto. Una scelta coraggiosa, autoironica, magari anche sofferta. Non possiamo sapere cosa frullasse nella sua mente, ma possiamo certamente apprezzare il risultato finale. Già meritevole del Golden Globe al miglior attore in una commedia o film musicale, non è da escludere che questa performance il 22 febbraio possa valergli la statuetta più prestigiosa, scalzando i favoriti Bradley Cooper e Benedict Cumberbatch (per The Imitation Game).

Birdman è assurdamente universale, geniale e profondo. Ricordate il nome del regista e… Volate al cinema!

LA PROGRAMMAZIONE DEL CIRCUITO CINEMA GENOVA

Michael Keaton vola ancora al cinema: dopo Batman è Birdman ultima modifica: 2015-02-10T19:47:37+00:00 da Alessio Rocco