Seconda parte del nostro viaggio virtuale nella terra del samba per la Coppa del Mondo di calcio Brasile 2014. La guida per conoscere in anteprima quali saranno le sorprese del Mondiale e come sta la nostra Italia a poche ore dal debutto contro l’Inghilterra.

 

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Come si decidono i gironi di un Mondiale? Con il sorteggio! Si, ma come? Si dividono le nazionali in quattro fasce da otto squadre: la fascia delle teste di serie (le prime otto squadre del ranking FIFA), la fascia delle europee, la fascia delle nordamericane e asiatiche e per ultima la fascia con le africane e le peggio posizionate tra le sudamericane e le europee.

In questo specifico caso la Francia avrebbe dovuto essere sorteggiata insieme alle africane correndo il rischio di finire in un girone di ferro con una testa di serie e una europea, ma il “provvidenziale” intervento di Blatter l’ha salvata da questa incombenza. Il presidente infatti ha pensato nello stupore generale (tranne che di Platini… ops!) di allargare la fascia europea a nove nazionali e di estrarre a sorte quella che avrebbe affrontato il temuto girone che puntualmente è toccato all’Italia. Se il buongiorno si vede dal mattino (gruppo più facile del Mondiale con Svizzera, Ecuador e Honduras) ai nostri odiati cugini transalpini non resta che sfregarsi le mani, sicuri che di questo sgambetto antisportivo non rimpiangano nulla, proprio come Edith.

Le sorprese di questo Mondiale potrebbero essere la Colombia e il Belgio. La Colombia, dopo aver spaventato tutti nei round di qualificazione grazie alle prestazioni “monstre” di Radamel Falcao, si ritrova nel girone più equilibrato di tutta la competizione, senza la sua stella e con il compito di riscattare USA ‘94. Se la dovrà infatti vedere con l’ostica e catenacciara Grecia in pieno rinnovamento dopo la vittoria dell’Europeo 2004, con il Giappone del nostro ct Alberto Zaccheroni e con la Costa d’Avorio. Gli “elefanti” meritano un discorso a parte, perché il paese nel 2010 ha dovuto affrontare una nuova guerra civile post-elettorale e questo Mondiale sarà l’ultimo ballo di Didier Drogba, una vera leggenda vivente che ebbe un ruolo importantissimo nel riunificare la squadra e l’intero paese, spaccati a metà tra musulmani del Nord e cristiani del Sud, alla vigilia del Mondiale tedesco del 2006.

Il Belgio invece affronterà l’Algeria, la Corea del Sud e la Russia ritornata al Mondiale sotto l’esperta guida di Fabio Capello. La squadra belga ricorda la generazione multietnica della Francia nel ’98 (Kompany, Lukaku, Dembelè, Fellaini, Witsel, Nainggolan…) e sono riusciti a generare nelle loro giovanili una generazione di futuri campioni destinata a dominare l’Europa nel prossimo decennio (Hazard, Januzaj, Courtois, Defour). Sicuramente per loro sarà un’esperienza fantastica e gli auguriamo di interpretare questa trasferta brasiliana come Django Reinhardt interpretava il grande classico di Ary Barroso.

Last but not least, il gruppo D, uno dei più suggestivi e duri che vedrà darsi battaglia la nostra Italia, l’Inghilterra, l’Uruguay e la povera vittima sacrificale Costa Rica. L’Uruguay dopo anni di declino ha finalmente trovato un gruppo solido che lo ha portato nel 2010 al quarto posto e a vincere la Copa America nel 2011. Occhi aperti in questo Mondiale per la coppia Suarez-Cavani che promette gol a valanga. Uruguay che si scontrerà con gli inglesi “colpevoli” (in senso buono) di aver esportato il football, fondando le prime squadre/dopo lavoro, nel paese del presidente Pepe Mujica e contro gli Azzurri in una sfida che sa di derby, considerando che attualmente in Uruguay i discendenti dei migranti italiani superano il 43% dell’intera popolazione.

Ma veniamo a noi. L’Italia dopo 8 anni dalla coppa alzata a Berlino nel 2006, si affida ancora all’immortale Buffon in porta e a Pirlo in cabina di regia e, nonostante il rinnovamento in attacco, è ancora legata alle magie di Cassano, che per altro pare non avere il posto assicurato. Chi invece sente forte la fiducia di Prandelli è SuperMario Balotelli, annunciato, almeno nello schieramento base, come unica punta. Le chiavi del nostro attacco sono in mano sua e speriamo che almeno per un mesetto metta da parte quegli atteggiamenti che gli hanno valso la fama di “bad boy“. Tuttavia la squadra è più che solida e ha i giocatori giusti sia per proporre gioco che per giocare in contropiede. Decisiva sarà la prima partita contro un’Inghilterra composta da datati veterani come Gerrard e Lampard e da una manica di ragazzini semisconosciuti ma con tanta energia da mettere in campo.  Ma ora basta chiacchiere, è tempo di accendere gli schermi e immergersi nel clima torrido della foresta pluviale, augurandoci di poter tornare dalla giungla cantando Bellini come nell’immortale Fitzcarraldo di Herzog: “Tra la gioia e l’esultar”.

Certi che anche questa Coppa del Mondo ci regalerà momenti e storie indimenticabili, non ci resta ora che seguire passo passo il cammino verso la finale del 13 luglio allo stadio Maracana di Rio de Janeiro.

Per gli eliminati non resterà altro che godersi la città con le sue attrazioni e le sue spiagge, magari Ipanema ad ammirare la splendida fauna locale.

 

Brasile 2014. Lo spettacolo è già cominciato – pt.2 ultima modifica: 2014-06-14T20:08:20+00:00 da Yorgos Papanicolaou