L’ipocrisia qui non è di casa. È arrivata l’ora di gridare al mondo che sì, certe canzonacce hanno un posto nel cuore di tutti, anche dei timpani più fini.
Scena classica. Sei a una festicciola casalinga di medie dimensioni, uno dei tuoi amici nota un paio di altoparlanti con un cavetto attaccato. «Qualcuno ha un lettore mp3 dietro?», chiede lui. «Io», rispondi tu, perché vuoi che a risuonare sia la TUA musica, non quella di qualche capellone seguace di Satana o del ragazzo barbuto tutto vestito di nero che ama lo stoner rock (a proposito, uno di loro ha partecipato alla stesura di questo articolo). Offri quindi il tuo mp3 con un misto di sollievo e orgoglio, ma l’amico che lo manovra è infame. Non ha proprio voglia di scegliere cosa mettere, quindi preme il bottone dello shuffle, dando per scontato che tu abbia sempre e comunque una musica giusta, perché passi il tempo a bullarti di ascoltare roba fierissima. Ma la realtà è ben diversa.
Il tuo cuore non fa a tempo a riempirsi di paura che partono in sequenza Justin Bieber, gli One Direction e Miley Cyrus. Anni passati a costruirsi una figura da intenditore buttati nel cesso. Da questo momento sei solo un millantatore come tanti, la musica di merda ti piace, perché il tuo sistema nervoso, in fondo, risiede nella mediocrità. Ma non essere triste. YURY è dalla tua parte, e come te non vuole più vergognarsi di amare canzoni orrende e degradanti.
Signore e signori, ecco la redazione di YURY in “le 9 canzoni che mi vergogno di amare”. Non sono riuscito a trattenermi dal chiedere il perché di simili scelte. Nessuno ha nominato “Danza Kuduro”, che gioia.
Justin Timberlake – “What goes around… Comes around“
Comincio io, sarebbe scorretto non dire la mia. Allora, praticamente, avevo 17 anni. Chi non si ricorda il video se lo riguardi qua sotto. Mi sembrava tutto molto semplice: se avessi imparato a cantare questa canzone atteggiandomi un po’ come lui, col falsettone, la camicia aperta e tutto il resto, la becciata in piscina con Scarlett Johansson sarebbe arrivata di conseguenza, di lì a poco. Il mio inconscio ne era convinto, non faceva una grinza. Tant’è che me la sono fatta piacere.
Mi vergogno giusto un attimo, perché non sono sicurissimo che questo tipo di canzoni si confaccia perfettamente con l’immagine tipica che un giovane maschio eterosessuale cerca di offrire alle sue amichette.
Mario – “Let me love you“
Ah, le serate estive del liceo, il Festivalbar, la manifestazione musicale piu finta di sempre. Il trovare più ispirazione e gioia in un “mm yeah, mm mm yeah” di Mario che in un disco dei Pink Floyd.
Uno studente di cinema di un certo livello come me dovrebbe contemplare solo musica psichedelica, sofisticata. Tame Impala, Arcade Fire. Però… “Mm yeah, mm mm yeah”. (Ale)
Kiesza – “Hideaway“
Chi ha trascorso con me due anni fa le vacanze estive lo sa: questa canzone mi ha colpito fin da subito. Per la maggior parte del tempo, la somma cantautrice ed egregia ballerina canadese Kiesa Rae Ellestad, in arte (casa e) Kiesza, ripete con estrema maestria un mantra di facile memorizzazione, almeno per chi ha il dono di conoscere le vocali: “Uh, ah, ah, uh!“, e così via.
Subito colpito dalla profondità di cotanto testo captato alla radio tra un Baxeichito e l’altro, ho iniziato a cantare io stesso tale ritornello agli amici, del tutto estasiati dalle mie performance, o dai Daiquiri fruit (non ricordo). Elettala ironicamente canzone dell’estate 2014, sopraffatto dalla curiosità, sono andato a vedermi il video su YT, notando con grande piacere quanto fosse graziosa la donzella artefice delle mie risate vacanziere: “Uh, ah, ma è una gran fih-gah!“, il primo pensiero prodotto dalla parte ‘artistica’ del mio cervello. E così, per un motivo decisamente poco nobile, la canzone di Kiesza ha iniziato a piacermi davvero. Non pensavo l’avrei mai rivelato pubblicamente e in effetti, ora che l’ho fatto, mi toccherà cercarmi un buon “Hideaway“. (Pu)
Aventura – “Obsesiòn“
Amo il rock quello vecchio e quello nuovo, che sfuma in tutte le nuove categorie come indie, alternative, eccetera che io continuo a chiamare rock. ROCK.
Ma amo questa canzone. Forse perché mi ricorda l’infanzia, forse perché quando la ascolto il mio culo inizia a muoversi da solo, come se non ci fosse un domani, senza ritegno. Non credo ci sia bisogno di spiegare il motivo per cui me ne vergogno ma me ne vergogno. La ascolto su Spotify ogni tanto. Credo che sia una merda e il genere mi fa schifo. Ma la amo lo stesso. Al culo non si comanda. (Pulce)
Blue – “U make me wanna“
Cosa faccio, sono una ragazzina di 11 anni e non amo i Blue? Come posso non prendere parte alla guerra tra le fan di Duncan (che poi era pure frocio) e quelle di Lee? La boy band dei miei tempi, considerata quasi al pari dei Backstreet Boys, di cui avevo DVD e pure VHS. Il video è sempre un piacere per gli occhi, la melodia mi ricorda spensierate estati al mare con secchiello e formine.
Il problema è che 11 anni ce li avevo un bel po’ di tempo fa, ma nonostante questo ogni tanto la canticchio ancora oggi, soprattutto mentre vado al mare. Anche senza secchiello e formine. (Vero)
Justin Bieber – “Sorry“
Al primo ascolto di questa canzone mi sono atteggiata da radical chic, come l’etichetta suggerisce. Ma qualcosa dentro di me si è rotto. Tutte le certezze sulla mia integrità musicale hanno paurosamente vacillato prima di andare in frantumi.
Justin Bieber mi fa schifo, è simbolo di tutto ció che detesto, ma “Sorry” è una maledetta droga. Anche se per strada me la atteggio da tipa hipster che ascolta il primo EP di una band norvegese di albini. In realtà sto ascoltando il mio Justin. (Uga)
Spice Girls – “Wannabe“
Hanno prodotto hit impareggiabili, e non c’è niente da fare. Ogni volta che sento il ritornello di “Wannabe” mi parte la brocca, voglio solo mettermi a ballare come Geri Halliwell. La bambina che è in me ricorda con affetto i tempi in cui chiedevo a mia madre di comprarmi “Cioè” per avere il loro mitico poster.
Detto questo, sono due note, un testo idiota, non esattamente l’ambasciata del buon gusto. E Victoria Beckham è un vampiro sui tacchi. Ma che ritmo! (Mita)
Scooter – “Nessaja“
La amo soprattutto quando parte mentre guido. Mi fa sentire come se fossi un miliardario con smoking e occhiali a specchio su una Lamborghini Diablo coi cerchi da 20, strafiga sul sedile del passeggero. Poi mi rendo conto cha agitare le mani come un ossesso al semaforo mi fa assomigliare più a un tamarro quindicenne con le Shox e i jeans con le ali. Non posso più scappare a un fisiologico sentimento di vergogna. (Papa)
Scissor Sisters – “Let’s have a Kiki“
Eccomi, sono io. Sono quello barbuto vestito di nero che è stato nominato a inizio articolo. Ho sempre apprezzato la musica con tanto groove. Rolling Stones, gli Earth Wind and Fire, o i Kyuss, poco importa. Nonostante i temi e i colori delle Scissor Sisters siano sgargianti oltre la soglia della percezione visiva, piuttosto lontani dalle atmosfere che mi convincono in musica, quando parte un loro pezzo il maschio alfa che è in me si nasconde in un angolo. Non riesco più a pensare ad altro che a vestirmi da banana gigante e improvvisare un crowdsurfing ad un loro concerto.
Immaginate però di essere un metro e novanta per cento chili, barba di qualche giorno, capelli tosati per malandrineria a due millimetri uniformi; per voi lo stoner rock è la cosa migliore successa nella storia delle cose. Immaginate di essere a una festa dove conoscete un decimo degli invitati, e gli altri nove decimi abitano in quartieri dove un condominio vale come un isolato dalle vostre parti.
Immaginate di sentire l’intro parlato di “Let’s Have a Kiki”. Vi paralizzate ad occhi aperti fissando lo stereo, e aspettate. Alla prima strofa della canzone siete lanciati in un karaoke serrato e state ballando senza ritegno e senza alcool. Sembra la scena dell’orso di Revenant, ma non stiamo parlando del mammifero delle foreste americane. (Matte)
Ok, noi abbiamo confessato. E la tua canzone imbarazzante qual è?