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In seguito agli attentati di Parigi del 13 novembre 2015, l’Italia sente minacciati i propri valori cristiani. Alcuni politici hanno chiesto che in tutte le aule scolastiche venga esposto un crocifisso, mentre il quotidiano “La Nazione” si è rivolta alle scuole con l’iniziativa “Presepiamoci”. Modi giusti o sbagliati di reagire all’attacco degli estremisti islamici?

La polemica è diventata nazionale dopo i fatti di Rozzano, dove il preside Marco Parma è stato accusato di voler “cancellare il Natale”, nel rispetto delle altre religioni presenti nell’istituto, dove c’è un’alta presenza di alunni extracomunitari. La proposta del massimo dirigente scolastico non è stata in realtà quella di rimuovere il crocifisso (assente da anni nelle aule), bensì quella di festeggiare una più “laica” Festa d’Inverno, da celebrare il 21 gennaio, opponendosi a due mamme che hanno chiesto di poter insegnare dei canti religiosi ai bambini.

Gli attacchi terroristici di Parigi hanno spinto diversi politici a difendere a gran voce i nostri valori, identificandoli con quelli del cristianesimo. La risposta alla minaccia Isis, e più in generale all’emergenza immigrazione, in questo caso sarebbe il ricollocamento del crocifisso in tutte le aule scolastiche, nonché l’incentivazione a fare il presepe.

Lasciando prendere questo dilagante nazionalismo spiccio, che non ha ne capo ne coda, possiamo provare a mettere ordine, partendo da una constatazione: la polemica del crocifisso nelle scuole è stata fortemente strumentalizzata per interessi politici, con conseguenze gravi di cui non ci si è accorti a sufficienza. Ribadire i valori cristiani e i suoi simboli come imposizione é esattamente come propugnare una guerra di religione. E ha coinvolto la scuola, che invece dovrebbe insegnare il rispetto di tutte le culture, nel rispetto della laicità dello Stato, un valore costituzionale.

La paura che mette un terrorismo di matrice religiosa dietro cui ci sono fini politici ed economici va certamente esorcizzata con conoscenza e non simboli. La discussione andrebbe portata su un altro piano, e non sull’opposizione di due divinità.

Così la pensa YURY. E la gente? Qual è il polso della situazione? Abbiamo intervistato i passanti nel centro di Genova.

Presepe social e crocifisso nelle scuole: così si difendono i nostri valori? ultima modifica: 2016-01-11T16:55:13+00:00 da Alessio Rocco