Essere l’onnipotente può essere davvero noioso. Dio esiste e vive a Bruxelles è un film che diverte, commuove e riflette sul nostro rapporto con il divino.
Quante volte vi è caduta a terra la fetta biscottata dalla parte della marmellata? E quante volte in coda in autostrada avete imprecato, con irripetibili evoluzioni linguistiche, perché ogni volta che cambiavate corsia, quella appena lasciata riprendeva a scorrere? Domande del tutto retoriche.
Tutti noi abbiamo pensato, almeno una volta, a un intervento di qualcuno da lassù, in grado di spiegare quella strana congiunzione di fattori scatenanti la sfortuna. Tutto nella norma. Almeno fino a quando non si arriva, come fece un mio vecchio amico, ad avere una faida in corso con quell’invincibile burlone di Mister D.
E se riusciste a scoprire che il vero inventore della legge di Murphy non è Edward, l’ingegnere dell’esercito americano divertito dagli errori dei tecnici, ma l’onnipotente? Che il male del mondo non è da imputare né all’influenza malvagia di angeli reietti né al libero arbitrio di una razza senza speranza, ma alla noia di un demiurgo disadattato, per citare il neo ottantenne Woody Allen?
Dio esiste e vive a Bruxelles: la trama e trailer
Nella visione del regista, il belga Jaco Van Dormael, Dio esiste, vive a Bruxelles con la moglie e la figlia, ed è uno stronzo. Un giorno, per combattere la monotonia, entra nel suo studio privato, si siede al computer e crea l’uomo a sua immagine e somiglianza. Quindi crea la donna e, come se stesse giocando a The Sims, guarda le proprie creature crescere e moltiplicarsi. Ora, se ci avete giocato anche voi sapete bene che l’unica cosa capace di rendere interessante la partita sono gli imprevisti e la possibilità di accanirsi sui poveri personaggetti. Anche Dio la vede in questo modo, così si applica al massimo della sua creatività per rendere la vita sulla terra un inferno.
Immaginate di essere la figlia di Dio, una bambina di dieci anni buona come il pane, segregata in casa e vessata (così come la madre) dal padre. Cosa fareste dopo aver appena scoperto il sadico passatempo del vostro genitore? Se l’onnipotente fosse in realtà privo di poteri e del tutto dipendente da un computer? Ea decide di seguire le orme del fratello maggiore JC (Gesù Cristo) e di sabotarlo: invia a tutti gli uomini un messaggio con la propria futura data di morte, causando una confusione biblica. Poi “scende” sulla terra per trovare altri sei apostoli e redigere il nuovo Nuovo Testamento con lo scopo di riportare la serenità nel mondo degli uomini.
Una favola moderna
Dio esiste e vive a Bruxelles è una favola che sotto lo zucchero a velo nasconde anche diversi spunti di riflessione. Per esempio, cosa fareste se scopriste in anticipo la vostra data di morte e che non esiste un aldilà? Potrebbe continuare a esistere una società come la concepiamo oggi? E la religione, non diventerebbe superflua? Forse. Perché in fondo le religioni e gli dei sono sempre stati una cura palliativa per il nostro disperato terrore dell’incertezza. D’altra parte, anche conoscenza e coscienza della fine certa non possono che generare ansia. Queste domande rimarranno irrisolte, ma confrontarcisi può essere comunque salutare per ognuno di noi.
Nel frattempo, godiamoci questo film a cui non frega granché di dare risposta a ogni quesito esistenziale. Il finale a tarallucci e vino ne è la prova ed è anche la soluzione migliore per una commedia che, sebbene si confronti con temi di portata “cosmica”, alla fine rimane tale.
Dio esiste e vive a Bruxelles è un film per tutti. Per i più spensierati e per i più cinici, per i meno interessati al mondo del cinema e per i cinefili, che potranno anche divertirsi a riconoscere tutte le citazioni e i richiami ad altri film, apprezzando il buonissimo lavoro di regia di van Dormael.
Un film senza pretese di grandiosità che vi lascerà sicuramente di buon umore.