I primi amori, le prime responsabilità, la voglia di essere grandi, di affermarsi. Crescere. I film adolescenziali si occupano di tutto quello che gravita intorno a questo verbo, tra i 14 e i 18 anni. Ne abbiamo raccolti 9.

Siamo tutti stati young, wild and free, poi è arrivato il passo tra il mondo della gioventù e l’età adulta, uno dei momenti più fragili e complessi della vita. Questi film per adolescenti, non necessariamente film d’amore o film romantici, parlano del così detto coming of age, “storie di formazione” dove giovani e cazzutissimi protagonisti lottano per guadagnarsi ogni centimetro di questa terra. Boyhood un paio di anni fa è stato uno dei punti più alti di questo genere di storie. Ecco altri nove esempi di altissima qualità.

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Noi siamo infinito

Scritto e diretto da Stephen Chbosky, autore del romanzo d’origine The Perks of Being a Wallflower (letteralmente, “i benefici di essere carta da pareti”, tradotto in italiano Ragazzo da parete), racconta l’amicizia tra Charlie (Logan Lerman), adolescente introverso con una passione per la letteratura, Sam (Emma Watson) e Patrick (Ezra Miller). Perfettamente bilanciato tra dolore e ironia, traumi e trionfi, è un film sull’adolescenza che tratta il tema dell’emarginazione scolastica in maniera unica. Inevitabile tessere le lodi del talentuoso trio Lerman-Miller-Watson, teenager che lottano per accettare la propria imperfezione. Nella bellissima colonna sonora c’è anche Heroes di David Bowie. Meglio il film del libro.

Quasi famosi

Lasciare casa, fare esperienza, crescere. Il film di Cameron Crowe (Jerry Maguire, Vanilla Sky) è basato sull’esperienza personale del regista, che da ragazzino girò l’America come giornalista di Rolling Stones, in compagnia di band come Led Zeppelin e Lynyrd Skynyrd. Un ritratto appassionato e nostalgico del panorama musicale dei 70’s, attraverso gli occhi di un giovane dal bel faccino che compie il viaggio decisivo verso l’età adulta: perde la verginità, viene accettato dai propri idoli, ottiene un lavoro. Kate Hudson nei panni di Penny Lane, però, ruba la scena. Oscar alla miglior sceneggiatura originale nel 2001. Definirlo un semplice film adolescenziale sarebbe a dir poco riduttivo.

Short Skin – I dolori del giovane Edo

Il diciassettenne Edoardo soffre di un lieve difetto fisico che gli impedisce di avere rapporti sessuali. Timido e impacciato, prova un profondo senso di inadeguatezza. L’incontro con un mondo femminile gentile e rispettoso lo aiuterà a superare le proprie difficoltà. Presentato a Venezia e alla 65° Berlinale, è un film divertente e di grande tatto, un invito a schierarsi contro la sindrome del celodurismo. Trattare questi argomenti con delicatezza e ironia è un percorso complicato, ma il regista Duccio Chiarini dimostra il contrario, confezionando un’opera prima esemplare per tutti i giovani cineasti. Tra le pieghe del film c’è anche uno splendido riferimento lettrario, Norwegian Wood di Haruki Murakami, il libro che Edo ed Elisabetta si scambiano, una malinconica e bellissima storia di fantasmi e solitudine.

Stand by me – Ricordo di un’estate

Dopo la morte di un amico d’infanzia, uno scrittore decide di raccontare la storia di quando, da ragazzino insieme ad altri due amici, ha intrapreso un viaggio per scoprire il cadavere di un ragazzo scomparso. Le note della celebre canzone di Ben E. King accompagnano in sottofondo un viaggio di formazione carico di sofferenza e allo stesso tempo vitalità. È dirompente la voglia dei quattro protagonisti di affermarsi nel mondo degli adulti, che non li considerano nemmeno di striscio o, nei peggiori casi, li riempiono di legnate. La lotta contro i genitori e il bisogno di compiere azioni da grandi sono il motore della fuga, elemento costante nei film adolescenziali. Tratto dal racconto Il corpo di Stephen King e diretto da Rob Reiner (Harry ti presento Sally, Misery non deve morire). Nel cast River Phoenix e Wil Wheaton (ve lo ricordate in The Big Bang Theory, probabilmente). Forse l’esempio più famoso di film adolescenziale.

Il giardino delle vergini suicide

Dopo il suicidio di Cecilia, la più giovane di cinque sorelle belle e affascinanti, i genitori decidono di negare loro ogni rapporto con l’esterno. Ambientato nel 1974 in una Detroit bigotta e retrograda, racconta le difficoltà di liberarsi dalle catene di un’educazione estremamente rigida. Il film, opera prima di Sofia Coppola (già autrice di un insolito film sentimentale come Lost in Translation), è narrato dal punto di vista dei ragazzi del vicinato, che tentano in ogni modo di mettersi in contatto con le ragazze. L’epilogo non è dei più rosei, ma il film è molto interessante per come coniuga le atmosfere oniriche e sospese della Coppola con un tema così drammatico e delicato, affrontato anche nel recente candidato all’Oscar come miglior film straniero, il franco-turco Mustang. Colonna sonora firmata dal duo francese AIR, fotografia stupenda e Kirsten Dunst in uno dei suoi primi ruoli importanti.

The kings of summer

Tre sedicenni decidono di spendere la loro estate costruendo una casa nel bosco, per andarci a vivere in pianta stabile. Un atto estremo d’indipendenza che ha origine, ancora una volta, nel desiderio di allontanarsi dai genitori. Passato al Sundance nel 2013, è una commedia indie divertente, che racconta perfettamente l’incoscienza genuina degli adolescenti. Originale e un po’ assurdo, è ancora inedito in Italia, dove in effetti apparirebbe come un corpo estraneo al normale panorama distributivo. Un motivo in più per vederlo. Qualche critico l’ha definito un mix tra Stand by me e Superbad.

Y tu mama tambièn

Di Alfonso Cuaròn si ricordano soprattutto gli ultimi due lavori hollywoodiani, I figli degli uomini e Gravity, ma questo è certamente il suo film più profondo e originale. Durante una festa, gli adolescenti amici per la pelle Julio (Gael Garcia Bernal) e Tenoch (Diego Luna) conoscono una splendida ragazza più grande di loro, alla quale propongono di accompagnarla alla spiaggia “Boca del Cielo”. Inizia un viaggio fatto di trasgressioni e rivelazioni che cambiano le cose per sempre. La sorprendente naturalezza della recitazione è l’arma in più di questo road movie-film sentimentale, che alterna momenti di totale svago ad altri decisamente più tesi, fornendo anche uno spaccato estremamente realistico del paesaggio geografico e sociale messicano. Durante il viaggio succede di tutto, e l’età adulta aspetta i personaggi alla fine, pronta a raccogliere i pezzi. Premiati a Venezia 2003 entrambi i protagonisti.

L’attimo fuggente

Il professor Keating (Robin Williams) viene trasferito in un collegio maschile dove vigono regole rigidissime, proprio come nelle case degli studenti. L’insolito comportamento dell’insegnante porta cambiamenti irreversibili. “O capitano! Mio capitano”. L’immagine dei ragazzi in piedi sui banchi nel finale di Dead Poets Society, titolo originale del capolavoro di Peter Wier, è scolpita nella memoria cinematografica. Robin Williams mentore d’eccezione (come in un altro grande film di formazione, Will Hunting – Genio ribelle) fa il film da solo, ma la storia è soprattutto quella di una classe che impara l’importanza della libertà di espressione e del coraggio di esprimere il proprio pensiero. La poesia come chiave della crescita personale è il fulcro di un racconto commovente e immortale. C’è anche un giovanissimo Ethan Hawke. Un film adolescenziale educativo. Carpe diem.

The fighters – Addestramento di vita

Arnaud e Madeleine (Adele Haenel, selezionata anche dai Dardenne per il loro prossimo film) hanno 20 anni. Allontanandosi dall’adolescenza, fanno i conti con il vuoto. La società non offre lavoro, il mondo è instabile e le opportunità quasi inesistenti. Lei nichilista, lui moderatamente ottimista: come insegna la fisica, gli opposti si attraggono. Lo scenario è un campo estivo dell’esercito, un’esperienza che gli insegnerà a non subire la vita, costruendo le basi per il loro futuro. Grande successo in patria, è un atipico film romantico che porta uno sguardo fresco e asciutto sui young adults della provincia francese. Due giovani attori in stato di grazia, un copione originale e un personaggio femminile, quello di Madeleine, davvero unico. Dal frullato di acciughe al presagio della fine del mondo, il suo modo di reagire a una profonda crisi esistenziale diventa esilarante nella sua estremizzazione totale. Uno dei migliori esordi degli ultimi anni, ce ne eravamo già innamorati al momento dell’uscita in sala.

9 film adolescenziali: cosa vuol dire diventare adulti ultima modifica: 2016-06-07T12:18:08+00:00 da Alessio Rocco