Colin Firth interpreta tutte le sfumature del sottovalutato mestiere del correttore di bozze. Il film Genius è un affascinante ragionamento sul rapporto scrittore-editore. E su cosa significhi essere geniale.
Genius è un film dalla confezione piuttosto canonica, ma affronta un tema molto interessante, vecchio come la storia dell’uomo. Mi ha ispirato una riflessione che va oltre i fatti narrati nell’ora e mezza a disposizione del regista Michael Grandage, alla sua opera prima.
Prima di approfondire i temi di Genius, dico subito che il duetto tra Colin Firth e Jude Law sorregge da solo l’intero film. La dinamica è simile a quella de Il discorso del re (i produttori sono gli stessi), dove gli scambi tra Firth e Geoffrey Rush erano più avvincenti di quelli di un Federer-Nadal, e tenevano banco per più di due ore, tra una balbuzie e l’altra. In quel film c’era anche la regia particolarmente stilosa di Tom Hooper (The Danish Girl), in Genius invece lo stile visivo è più classico, che in parte si deve alla formazione teatrale del regista.
Trama e trailer di Genius
Genius racconta uno spaccato della vita di Max Perkins (Colin Firth), editore di libri alla Scribner, importantissima casa editrice americana, dove si trova a supervisionare i lavori di Thomas Wolfe (Jude Law). Max ha due certezze: quella di avere di fronte a sé un talento dal futuro assicurato, e quella di doversi confrontare con un uomo dal carattere quasi impossibile.
Il lavoro di Max Perkins è nell’ombra: nessuno lo riconosce per strada, il suo nome non è sulle copertine dei libri. Eppure Max Perkins è un genio, forse più brillante degli stessi autori per cui lavora.
Poeta si nasce, editore si diventa
Nel corso dei secoli la parola “genio” ha assunto significati molto diversi. Quella che mi sembra più riconoscibile da tutti associa il genio a capacità innate. Una definizione che si fonda sulla contrapposizione tra chi ha una speciale attitudine naturale per comunicare se stesso o la sua visione del mondo, elevandosi a vero artista, e chi invece si fa un mazzo così e studia (invano) per diventarlo.
Lo scrittore Vladimir Nabokov (Lolita) definiva il proprio editore “uno zio rude e pomposo”. Il poeta premio nobel per la letteratura T.S. Eliot riteneva che per la maggior parte gli editori fossero scrittori falliti. Due bastonate piuttosto emblematiche, ma il discorso è molto più ampio.
Genius, infatti, prova a ridiscutere questo pensiero, se non addirittura a ribaltarlo, come in parte fece Raymond Carver, che nonostante il rapporto difficile col proprio editor dichiarò di dovergli gran parte del proprio successo.
Cosa vuol dire essere un genio
In questa storia da un lato abbiamo Thomas Wolfe, l’artista, colui che tira fuori la propria anima di getto, scrivendo letteralmente su qualsiasi pezzo di carta gli capiti a tiro.
Wolfe prova emozioni forti, incontrollabili, e il suo unico scopo è dargli voce scrivendo. Nulla di più aderente al solito “genio e sregolatezza”, al quale Jude Law dimostra di saper aderire perfettamente, con Nicole Kidman nei panni della moglie trascurata che deve farsene una ragione.

Thomas Wolfe dopo essersi scolato una bottiglia di Whiskey
Dall’altro Max Perkins, un uomo che lavora sui sentimenti degli altri, ma forse perché di sentimenti ne capisce più di tutti. Ma è davvero possibile che il lavoro di mediazione tra artista e pubblico sia più importante dell’artista stesso?
Thomas ha un vulcano dentro di sé. Le sue parole sono meravigliose, ma sono troppe, a volte confusionarie, forse comprensibili solo a lui stesso. È la sintesi di Max che permette a quel mare in tempesta di farsi un dolce ruscello che scorre armonioso nei cuori di chi legge.
Maxwell Perkins era un uomo dai modi raffinati, estremamente elegante e garbato. Durante i suoi anni alla Scribner, questo mite personaggio ha scovato Francis Scott Fitzgerald, che prima di incontrarlo era un totale sconosciuto con problemi di alcol, e lo ha aiutato nella stesura di tutti i suoi lavori, incluso Il grande Gatsby. Più tardi, Fitzgerald gli ha ricambiato il favore presentandogli un giovane sconosciuto di belle speranze, di nome Ernest Hemingway. E infine Thomas Wolfe, un “ragazzo piuttosto disorganizzato” per il quale Perkins ha intrapreso una storica sfida con la vecchia guardia di Scribner, che nell’autore vedeva solo una fonte di problemi.
Max Perkins è stato l’uomo che ha inventato il senso moderno del ruolo di editor: un professionista che interviene nell’idea, nella costruzione, nella struttura e nella stesura di un testo.
Il fulcro di Genius è lo scontro tra un artista tormentato e un editore freddo, ma allo stesso tempo profondo. La necessità di esprimersi si sposa con la lucidità di saper comunicare con gli altri, con un distacco che si fa magicamente strumento eccezionale d’empatia.
Ho visto in questo film la rivincita dei mentori, che nell’epica della narrazione sono per definizione rilegati al ruolo di “spalla”. In questo caso, il mentore non è solamente una figura che aiuta con preziosi consigli il protagonista nel suo viaggio, ma interviene direttamente al suo fianco. Perkins esalta le qualità di Wolfe, riconoscendo e approfondendo dei significati nella sua opera che nemmeno lui aveva immaginato.
Colin Firth e Jude Law
Dietro a Thomas Wolfe e Max Perkins ci sono due attori straordinari come Jude Law e Colin Firth.
Dopo aver fatto breccia nei cuori delle donzelle con le commedie, da Bridget Jones a L’amore non va in vacanza, che ho raccolto insieme ad altri titoli nei migliori film per ragazze, i due divi sono tornati a splendere non solo per la loro bellezza. Guai a toccare il dolce Mark Darcy e il sagace dottor Watson, ma con Genius si sono superati, strappando applausi a scena aperta alla prima proiezione alla 66°Berlinale, dove la nostra redazione era presente e ha sfidato il clima avverso pur di raccontare il meglio della street art cittadina.
Come ha dichiarato Grandage in conferenza stampa, nella vita l’unica cosa che conta veramente sono le unioni, i legami, le amicizie. Thomas e Max non potevano esistere l’uno senza l’altro.
Genius celebra due geni assoluti. Wolfe appartiene a un schiera di personaggi ampiamente celebrati e riconosciuti. Per una volta, però, la copertina se la prende un uomo nell’ombra, Max Perkins, una figura che non conoscevamo. E che con la sua sensibilità ha “riscritto” la storia della letteratura.