L’amministrazione condivisa si fonda sulla collaborazione tra le istituzioni e i cittadini nella gestione dei beni comuni. A Genova è stato deliberato un regolamento in merito, mettiamolo in atto.
A Genova è partita la campagna volta a promuovere il “Regolamento sulla collaborazione fra cittadini ed amministrazione per la cura, la gestione e la rigenerazione in forma condivisa dei beni comuni urbani” deliberato dal Consiglio Comunale. Prevede la possibilità di proporre supporto per curare, gestire o rigenerare beni comuni urbani in forma condivisa, attraverso patti di collaborazione.
Patti per riannodare il rapporto di collaborazione tra pubblico e privato
I Patti sono gli atti attraverso cui i cittadini attivi e il Comune definiscono l’oggetto degli interventi condivisi su beni comuni urbani. Ci possono essere “patti ordinari”, quando i cittadini attivi intendono realizzare interventi di cura di modesta entità o occasionali, anche ripetuti nel tempo, sui medesimi spazi e beni comuni. Per definire tale patto i cittadini possono formulare la loro proposta contattando il municipio in cui ricade il bene da curare o il progetto proposto.
I “patti complessi” invece riguardano spazi e beni comuni che hanno caratteristiche di valore storico-culturale o che, in aggiunta o in alternativa, hanno maggiori dimensioni e/o un significativo valore economico. Anche in questo caso, i cittadini propongono interventi che comportano attività innovative volte al recupero, alla trasformazione e alla gestione continuata nel tempo per lo svolgimento di attività di interesse generale.
I beni comuni, per definizione, appartengono all’insieme della società.
Al centro di questo modo di amministrare c’è il prendersi cura dei beni comuni – ad esempio piazze, giardini, scuole, immobili sottratti alla criminalità, sentieri, beni culturali o anche immateriali – come se fossero cose proprie.
Il regolamento prevede l’amministrazione condivisa, formula fondata non sul rapporto “gerarchico” fra il cittadino privato che “chiede” e il “pubblico” che “concede”, bensì sulla collaborazione tra essi: la novità di questo modello è proprio la parità tra cittadini e istituzioni, fondata sulla condivisione di progetti volti a valorizzare le risorse della città. Questa formula comporta un radicale cambiamento di mentalità anche nell’amministrazione pubblica, intesa come uffici e non solo come soggetto politico.
I seminari a Palazzo Ducale
Nei prossimi mesi si svolgerà presso Palazzo Ducale un ciclo di seminari su questi temi, dal titolo “Valore aggiunto”. È chiaro che il Regolamento sia solo un mezzo e non un fine: può essere utile, dannoso o semplicemente inutilizzato. Lo scopo degli incontri è anche quello di coinvolgere le (molte) persone che da anni sono impegnate in diversi ambiti cittadini, già dirette in questa direzione. Attraverso lavori di gruppo e contributi esterni riferiti alle esperienze concrete in altre città, si lavorerà sulla ricerca e sull’apprendimento di metodologie e criteri di valutazione per affrontare la gestione collettiva, fornendo spunti di riflessione ma anche di sperimentazione.
I seminari hanno un costo (per quanto ridotto) stabilito dalla Fondazione palazzo Ducale, per coprire parzialmente gli oneri degli interventi dei relatori esterni. In ogni caso è un’iniziativa da tenere sott’occhio, per capire se questo tipo di esperienze può prendere piede e diffondersi, finalmente, anche a Genova.
L’evento Facebook: https://www.facebook.com/events/178216866008894/