L’estremo saluto a un grande attore americano, scomparso all’età di quarantasei anni in seguito a un’overdose di eroina. Premio Oscar nel 2005 con Truman Capote, Hoffman lascia un grande vuoto nel cuore dei suoi fans. Per il suo modo di interpretare passionalmente ogni suo personaggio inserendo in ognuno un bel po’ di se stesso, non verrà facilmente dimenticato.
3febbraio 2014. Oggi sono in lutto. Ieri è mancato un mio caro. È morto di overdose, si chiamava Philip Seymour Hoffman. No ragazzi, non soffro di manie di grandezza né di allucinazioni. Quest’oggi mi sento davvero a pezzi e vi scrivo con la morte nel cuore perché un pezzo di bellezza del mondo se ne è andata con questo grande artista. È un po’ come se se ne fosse andato un mio amatissimo parente.
Come spesso accade in questi casi, si sprecano i commenti del tipo: «Se davvero fosse stato così “grande”, che motivo avrebbe avuto per rovinarsi con l’eroina?». Personalmente una risposta in proposito sono anche riuscito a darmela e devo dire che non mi è servito nemmeno un po’ leggere biografie né vedere interviste di questo straordinario attore. Forse sarò presuntuoso, ma credo di aver conosciuto e in parte compreso l’animo di Philip guardando i suoi film, i ruoli che sono stati ritagliati per lui e che lui stesso si è scelto. La filmografia di Hoffman é colma di interpretazioni dense di passione, amore, disperazione, rabbia, confusione, depressione e tutti quei sentimenti che si schiantano contro le vite di tutti noi. Quelle stesse sensazioni che ci sgretolano l’animo, ci fanno dubitare, amare e sperare in qualcosa che spesso neanche c’è.
Philip Seymour Hoffman, secondo il modesto parere di chi scrive, non era un attore nel senso più stretto del termine, non si limitava a fingere eccellentemente di essere qualcun altro davanti a una telecamera. Philip Seymour Hoffman era un essere umano in grado di trasmettere quello che aveva dentro attraverso i suoi ruoli, che fondamentalmente altro non erano che pezzi della sua stessa anima. Era un interprete perfetto del mondo che ci circonda, in grado di imprimere nel girato della macchina da presa non una finzione, ma la MIA rabbia, la TUA solitudine, la VOSTRA voglia di libertà piuttosto che l’amore per la musica di una generazione intera.
Se si guardano i fuori onda, le interviste al David Letterman Show, o il tenero e impacciato discorso di ringraziamento alla madre durante la premiazione come miglior attore protagonista agli Oscar, con Truman Capote – A sangue freddo, ci si può rendere conto di quanto fosse una persona lontana anni luce dagli stereotipi di star hollywoodiana votata al narcisismo e all’eccesso.
Potrei girare ancora per ore intorno a questi pensieri, ma probabilmente la cosa migliore è lasciare che sia lui stesso a parlare. Vi lascio a un breve monologo tratto da Onora il padre e la madre. Con una piccola premessa per chi non avesse visto il film: nella scena immediatamente precedente, il personaggio interpretato da Philip si è appena fatto una dose di eroina, per poi lasciarsi andare a questo strano e potente monologo (l’impressione è che l’attore non stia solo recitando una parte, ma che stia parlando di sé)
Ai tempi delle riprese, Hoffman aveva detto basta all’eroina da oltre vent’anni. Dopo altri cinque ci sarebbe ricaduto. E ieri se n’è andato per sempre. Ciao Phil, grande artista ed essere umano.
“RIP Philip Seymour Hoffman. Uno dei più grandi attori di questa generazione e un uomo dolce, buffo, e modesto”.
Rick Gervais, amico e collega attore