Le italiche peripezie di un’artista a tutto tondo classe 1927. Da sex symbol ad attrice internazionale. Da fotografa a scultrice. Dalla ribalta sul grande schermo allo storico bacio a Gagarin. Luigina “Lollo” Lollobrigida è tutta pappa nostra. Gnam.

Onestamente, penso sia stato il nome. Che poi la fissazione per i cognomi è roba mia, d’accordo, ma un accessorio onomastico di cinque sillabe e dodici lettere occupa innegabilmente qualche spanna di fascinazione. Prova a scriverlo. Lollobrigida. Lol-lo-bri-gi-da. Potrebbe essere la capitale della Malaysia o il nome di una mistica scandinava. Eppure Gina Lollobrigida è tutta pappa nostra: gemma del Lazio profondo, come già Lucrezia Borgia e Ciccio Graziani.

Per non vantarci troppo, l’abbiamo messa a recitare ne La donna più bella del mondo, che gli inguaribili angloinvidiosi hanno tradotto Beautiful but dangerous. Locandina - Beautiful but dangerous, 1955 - YURYEppure Gina avrebbe tutta la discrezione e il riserbo tipici di noialtri mediterranei. Prendi per esempio la mania dell’understatement. Dopo le ovazioni hollywoodiane e le telecomparsate, Gina ha pensato bene di trovarsi un hobby e tirar su, a 74 anni, una scultura di 6 metri (sei!) in bronzo patinato, uscita dalla fonderia d’arte Massimo del Chiaro. Il soggetto è una prosperosa gitana danzante. Dai, ora non fate i maligni: sì, Gina ha recitato la parte di Esmeralda nel Gobbo di Notre Dame, e sì, la scultura le somiglia straordinariamente – e allora? Gina non arriva nemmeno al metro e settanta, se è per questo. Linguacce che siete.

Ma per farti quietare, Gina si è pure tolta il capriccio della fotografia. Così non puoi dire che non sia brava. Perché siamo tutti capaci a stare davanti all’obiettivo con le treccine azzurre e un corpetto di alluminio, ma pochi sono in grado di scivolare dietro la macchina e ghermire il raro scatto di una turista che finga di tardare la caduta della torre pendente a Pisa. Sì, sono serio. Nel ’68, la foto è entrata persino in un volume. Date un occhio al suo sito ufficiale.

Ci sono cose che mi impressionano fortemente. Una di queste è che, tutt’a un tratto, i miei coetanei non possano più bere latte senza incorrere in un attacco istantaneo di dissenteria (“Cappuccino e focaccia, Isa?” “No, dai, facciamo un espresso ché sono di corsa”). Un’altra è, appunto, Luigina Lollobrigida.

Locandina - Go naked in the world, 1961 - YURY

C’è persino questa fotografia in cui sbaciucchia Jurij Gagarin. Beh, lo sfiora. Sulla guancia. Ma uno è davvero Gagarin e l’altra sembra proprio la Lollobrigida. Sono al Festival cinematografico internazionale di Mosca ed è il 1961. Dovrebbe essere luglio. Lui è appena andato a spasso in orbita, lei ha appena girato Vai nuda per il mondo e, insomma, ciascuno si è fatto i suoi giri.

Il russo celeste e la sirena tirrenica. C’è qualcosa di mitologico e qualcosa di sessista, ma non si capisce cosa. Del resto, lo sventurato Mike Buonanima Buongiorno presentava Gina su Rete4 con un galante: “Eccola, lo spettacolo nello spettacolo!“. E parlare di Jurij Gagarin su Yury Magazine varrà più o meno uguale.

Ultim’ora: Lollobrigida meets Gagarin ultima modifica: 2014-03-17T23:37:42+00:00 da YURY