Nell’immaginario collettivo, il regista, in quanto chioccia e comandante del set, è molto spesso il più anziano della truppa. Il ragazzo che ha scritto e diretto Mommy è invece una piacevolissima eccezione: a soli 25 anni Xavier Dolan è già al suo quinto film e dimostra una capacità di indagare la natura umana del tutto fuori dal comune.
Classe 1989, canadese, Xavier Dolan è attualmente una delle più interessanti promesse del cinema mondiale.
Approdato al grande schermo come attore già da bambino, ha esordito a 19 anni col suo primo lungometraggio J’ai tué ma mère, vincitore di tre premi a Cannes. La storia d’amore col più importante festival cinematografico europeo è proseguita con tutti i suoi lavori successivi, fino ad arrivare a Mommy, film in questi giorni nelle sale, che si è aggiudicato il premio speciale della giuria.
Forse sarebbe il caso di andarci piano con i proclami. E invece no: la critica si è già unanimemente sbilanciata e lo definisce un vero ragazzo prodigio. Inoltre, in questo suo ultimo film, Mommy, non si limita a osare nella costruzione dell’immagine e della regia, ma affronta pure una tematica scomoda e complessa.
La trama di Mommy
Diane, madre single poco capace di gestire la propria vita, è chiamata a prendersi cura del problematico figlio Steve, spesso autore di violenze incontrollabili che lo fanno entrare e uscire da istituti di recupero. Nonostante siano costantemente in conflitto sia con se stessi che tra loro, tra i due c’è un profondissimo legame, che li spinge, anche grazie all’aiuto della silenziosa e dolce vicina Kyla, verso la speranza di una vita migliore. Basterà un amore unico e indiscutibile per tenere a bada i propri demoni interiori?
Un soggetto di grande spessore e potenzialmente ricco di ostacoli, demoliti dal talentuoso Dolan a colpi di originalità visiva e drammaturgica. Capita infatti piuttosto spesso di pensare a un film drammatico con una simile trama come a qualcosa di grigio, vecchio, noioso, pesante. Bene, nulla di più lontano da Mommy.
Attraverso una fresca e genuina ricerca registica, Dolan tratteggia situazioni e personaggi con intensità di scrittura e bellezza fotografica allo stesso tempo. Non mancano scene violente, struggenti, che quasi mettono in imbarazzo lo spettatore, disarmato di fronte alle vette drammatiche che il film tocca in certi momenti, ma a tutto questo si somma una costruzione dell’immagine mai banale e un arco narrativo non convenzionale. L’impressione è quella di trovarsi di fronte a un irrefrenabile sguardo nuovo sulle cose, a volte forse addirittura invadente, ma comunque un punto di vista abbastanza rispettoso dei canoni tradizionali e contemporaneamente in grado di aggirarli, emozionando visceralmente.
Altro punto a favore di Dolan è la capacità di conciliare esigenze -per così dire- “pop” (nella colonna sonora ci sono anche gli One Republic e gli Oasis con l’immortale “Wonderwall“) con gli eccessi e le trasgressioni della messa in scena, creando quindi un ibrido assai stimolante, ricco di musiche e colori e infine arricchito da interpretazioni attoriali di assoluto livello.
Ma al di là di qualsiasi considerazione tecnica, il dato di fatto è che Mommy è un film potentissimo, originale, coinvolgente ed emozionante. Proprio agli sgoccioli, quasi sul gong, è uscito uno dei film più interessanti e stimolanti dell’anno. Volate al cinema!
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