La premiazione dell’87esima edizione degli Academy Awards si è conclusa secondo le aspettative, per la gioia dei tradizionalisti e dei bookmaker. Birdman si porta a casa giustamente 4 statuette, tra cui quella per il Miglior Film e la Miglior Regia. Anche The Grand Budapest Hotel vince lo stesso numero di premi, ma in categorie più tecniche. Per quanto riguarda gli attori e le attrici, sono stati riconoscimenti assolutamente meritati, ma più scontati di un chilo di mele alla Lidl.
Lo spettacolo degli Oscar 2015 ha funzionato solo a metà. Nonostante un galà presentato da un ottimo Neil Patrick Harris in maniera molto frizzante e simpatica, le performance canore dei candidati e degli ospiti e l’eleganza della maggior parte dei presenti in sala, la banalità degli esiti delle premiazioni ha rovinato in parte la festa, privando del colpo di scena i momenti canonici delle aperture delle buste e dei tanti “And the Oscar goes to…”.
Tuttavia, è innegabile che la maggior parte delle scelte siano state le migliori e che quindi i premi siano stati meritati. Ricapitoliamo i vincitori (in blu i link ai nostri articoli):
- Miglior Film: Birdman
- Miglior Regia: Alejandro G. Iñárritu (Birdman)
- Miglior Attore Protagonista: Eddie Redmayne (La Teoria del tutto)
- Miglior Attrice Protagonista: Juliane Moore (Still Alice)
- Miglior Attore non protagonista: K. Simmons (Whiplash)
- Miglior Attrice non protagonista: Patricia Arquette (Boyhood)
- Miglior sceneggiatura originale: Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris e Armando Bo (Birdman)
- Miglior sceneggiatura non originale: Graham Moore (The Imitation Game)
- Miglior film straniero: Ida di Paweł Pawlikowski (Polonia)
- Miglior film d’animazione: Big Hero 6
- Migliore fotografia: Emmanuel Lubezki (Birdman)
- Migliore scenografia: Adam Stockhausen (The Grand Budapest Hotel)
- Miglior montaggio: Tom Cross (Whiplash)
- Migliore colonna Sonora: Alexandre Desplat (The Grand Budapest Hotel)
- Miglior canzone: Glory, musica e parole di John Stephens e Lonnie Lynn (Selma)
- Migliori effetti speciali: Paul Franklin, Andrew Lockley, Ian Hunter e Scott Fisher (Interstellar)
- Miglior sonoro: Craig Mann, Ben Wilkins e Thomas Curley (Whiplash)
- Miglior montaggio sonoro: Alan Robert Murray e Bub Asman (American Sniper)
- Migliori costumi: Milena Canonero (The Grand Budapest Hotel)
- Miglior trucco e acconciatura: Frances Hannon e Mark Coulier (The Grand Budapest Hotel)
- Miglior documentario: Citizenfour, regia di Laura Poitras
- Miglior cortometraggio documentario: Crisis Hotline: Veterans Press 1, regia di Ellen Goosenberg Kent
- Milgior cortometraggio: The Phone Call, regia di Mat Kirkby
- Miglior cortometraggio d’animazione: Winston (Feast), regia di Patrick Osborne.
Quindi si può affermare che i momenti migliori non siano da ascrivere alle premiazioni. A partire da Neil Patrick Harris: il suo numero musicale iniziale non poteva inaugurare in modo migliore la serata, ma notevole è stata anche la scenetta-parodia di Birdman che l’ha portato a entrare sul palco in mutande. Poi le performances canore: da quelle corali di “Everything is Awsome” (The Lego Movie) e “Glory” (John Legend e Common per Selma) a quella sbalorditiva (forse la vera e propria unica sorpresa della serata) di Lady Gaga che si è cimentata in alcuni brani tratti dal musical “Tutti insieme appassionatamente”.
Sono anche da sottolineare alcuni discorsi pronunciati dai vincitori, tra cui i più significativi sono stati quello di J.K. Simmons, che ha esortato i presenti ad ascoltare ed essere grati ai propri genitori, e di dimostrare loro ogni giorno il proprio amore; e quello di Patricia Arquette, che ha rivendicato eguali diritti sociali per le donne degli Stati Uniti e di tutto il mondo.
Infine, riguardo al cinema italiano, mentre ci siamo commossi per la presenza nel video commemorativo delle personalità scomparse della presenza di Virna Lisi, altrettanto siamo rimasti delusi per la mancanza di un riferimento a un grande esponente del cinema mondiale come Francesco Rosi. Una grande soddisfazione, però, ce la siamo tolta quando è stato pronunciato il nome della torinese Milena Canonero come vincitrice del premio ai migliori costumi per The Grand Budapest Hotel, al suo quarto riconoscimento in questa categoria.
In Italia l’evento è stato molto seguito, come può testimoniare il team di YURY che ha commentato in diretta il pre-show e la galà di premiazione su Twitter e Facebook: infatti, sul primo social network la media di tweet era di circa 80 al minuto. In realtà questo tipo di cerimonia non è mai stato molto popolare nel nostro paese (vuoi per l’orario scomodo, vuoi per lo scarso interesse), ma nel trionfo della social reality tutto viene rivalutato, quindi anche gli Oscar.
Insomma, la cerimonia è stata gradevole, divertente e ben interpretata, ma le scelte dei vincitori sono state prevedibili perché hanno tutte confermato le voci in circolo nei mesi prima della premiazione: quest’anno Hollywood non ha puntato sulle sorprese come è potuto succedere in edizioni passate e forse è proprio questo il miglior colpo di scena.