Se ancora venerate l’Homo sapiens Rocco Siffredi è solo perché non siete ancora così in confidenza con un’anatra argentina. La natura può essere molto strana, seguendo YURYquark ormai l’avrete capito. Strana anche nelle sue sfaccettature più piccanti, quelle che riguardano corteggiamento, accoppiamento e riproduzione. Proprio su una di esse, la conformazione del pene di alcune specie animali, è dedicato questo approfondimento scientifico “hot”. 

 

Il pene è una struttura evoluta tipica dei mammiferi, nei quali le dimensioni sono ultravariabili: dai circa 5 metri per 450 kg della balenottera azzurra, Balaenoptera musculus, fino ai 2 millimetri di alcuni piccoli roditori, come criceti e topi ragno.

In molti mammiferi esiste il baculum o osso penico, una struttura ossea appunto che permette di mantenere il membro rigido per facilitare la penetrazione al momento della copula, è presente in tutti i primati tranne che nelle scimmie ragno e nell’uomo. Proprio l’essere umano comanda la classifica della grandezza del membro tra tutti i primati, non facciamoci dunque ingannare dalle dimensioni corporee di un individuo, infatti il gorilla che arriva ad essere 180 kg possiede un membro dotato di baculum che non supera di norma i 5 centimetri.

Stiamo però attenti a definire “pene” l’organo sessuale maschile di tutti gli organismi che ci capitano a tiro.

Nei rettili, come negli squali, ad esempio, si deve parlare di emipeni, delle strutture non omologhe al pene situate nella parte posteriore della cloaca. In questo caso il plurale è d’obbligo in quanto ogni individuo ne possiede due, di questi però solo uno viene usato per la copula.

Questi organi riproduttivi sono spesso dotati di ganci e spine, nei varani troviamo addirittura strutture calcificate. Tali insolite formazioni hanno la funzione di migliorare l’aggancio tra i due esemplari durante l’accoppiamento. Dei veri e propri membri corazzati.

Gli unici rettili che possono vantare una struttura cloacale che si avvicina molto al pene dei mammiferi sono cheloni (testuggini e tartarughe) e coccodrilli, i loro membri infatti possiedono del tessuto erettile grazie all’azione della pressione sanguigna.

Anche negli uccelli non si può parlare di veri e propri peni. Strano ma vero, molti non possiedono nemmeno un organo riproduttore esterno, ciononostante possono vantare dimensioni veramente ragguardevoli in proporzione al loro corpo. Leader nel campo è l’anatra argentina, Oxyura vittata, che può estroflettere il suo organo sessuale fino a 40-50 centimetri, praticamente come la lunghezza del suo intero corpo. Le forme affusolate e a cavatappi di questo membro servono ad ancorarsi alla partner, in modo da iniettare in modo rapidissimo gli spermi visto che i rapporti negli uccelli possono durare solamente mezzo secondo. Sapendo questo forse ora vi preoccuperete meno delle vostre performance sessuali.

Lo strano pene a cavatappi dell’anatra argentina (non guardate se troppo sensibili)

Restando in tema, esistono anche invertebrati che per riprodursi possiedono un pene ben 8 volte più grande rispetto le dimensioni del loro corpo: sono i cirripedi, dei crostacei che conducono una vita sessile attecchiti agli scogli ma anche ad altri animali come balene o tartarughe. Tra questi avrete sicuramente visto almeno una volta nella vita i balani, o denti di cane. I loro organo copulatore ha quello che viene definito “raggio d’azione del pene”, si allunga infatti a dismisura per cercare nelle vicinanze un suo simile per poterlo così fecondare. Questo lunghissimo organo è in possesso di tutti gli esemplari di cirripedi essendo essi ermafroditi che a volte si comportano da femmine e a volte da maschi, una caratteristica comune ai vermi piatti, maestri del penis fencing.

Ancora una volta impariamo che le apparenze ingannano: ora sapete che nella classica sfida machista a ”chi ce la più lungo” il gorilla probabilmente vi fa un baffo, ma di certo non potete competere con un’anatra.

Pene animali. Con l’osso, con le spine e a cavatappi ultima modifica: 2015-04-15T19:19:12+00:00 da Filippo Schiavone