Tutta la verità, nient’altro che la verità (sul “nient’altro” non assicuro) su come PopCorn Time mi abbia tradito e su come ora non resti che piangere.

Finisco di digitare la sedicesima cifra della carta di credito e una goccia inizia la sua inarrestabile corsa verso la tastiera, infrangendosi brutalmente sulla lettera “t”. La lettera di “tradimento”.

Il weekend si è concluso, ho sperato di poter ritrovare la mia fede e assistere a una resurrezione, ma nulla, ancora una volta le prove empiriche fuggono lontano dalla necessità di credere irrazionalmente a qualcosa e lui giace lì, inerme e inutile.

Ho appena terminato l’iscrizione a Netflix, PopCorn Time non esiste più. Praticamente sono stato costretto ad abbandonare il cristianesimo per correre tra le accoglienti braccia di Scientology, dove basta pagare per ottenere il paradiso.

Eppure era sempre andato tutto così bene. C’era stato un momento in cui lui pareva non voler tornare, ma è bastato insistere un po’, rivisitare i luoghi del primo incontro, ripetere gli stessi gesti, toccando i tasti giusti (quello grosso con scritto “Download“, per esempio) e tutto tornava come prima.

Invece no, era solo una grossa finzione. Ricordo le molte serate a guardare insieme The Americans, emozionati dalla storia, dall’intrigo, dalla trama. Ci riconoscevamo in quella coppia un po’ sui generis. Lui, forse, più di altri. Ed è stato proprio questo il tradimento: PopCorn Time non era altro che una spia.

Come in quelle storie da film americano (ah, i film americani, quanto ci piacevano). Ora è tutto più chiaro. Ero un uomo nel mirino, un soggetto potenzialmente interessante per le lunghe e insidiose mani del capitalismo, quelle del denaro contante. E così, per distruggere la mia reticenza nell’abbracciare la filosofia del mero soldo, mi hanno fatto innamorare, mettendomi in casa il software perfetto, che mi ha aperto il cuore. Il tutto per sondare i miei gusti, scoprire chi fossi veramente nel buio della mia camera. PopCorn Time era al servizio di Netflix per capire cosa avrei guardato una volta cresciuto, una volta che la lunga ombra dell’America fosse arrivata fino a qui.

Adesso è partito il mese gratuito, mi trovo bene, mi sento meglio. Ogni tanto ripenso alle lacrime, le risate, le emozioni con il mio passato. Mi guardo indietro, penso sia normale. Quando guardo qualcosa con la mia nuova metà non riesco a non pensare ancora a PopCorn. Ci provo, mi sento in colpa, ma mi ricordo quanto ci bastasse nulla per essere felici insieme: una connessione e dei sottotitoli. E ora non c’è più, abbattuto perché ormai inutile. E io resto solo, seppur in compagnia. Netflix non sostituirà mai PopCorn Time. Anche se evidentemente erano la stessa cosa, ma non ci voglio credere.

PopCorn Time ci ha traditi: storia di un cuore spezzato ultima modifica: 2015-11-02T19:02:38+00:00 da Tommaso Naccari