La discussione sulla riforma costituzionale e sul referendum che si terrà il 4 dicembre 2016 è entrata prepotentemente nell’agenda di tutti i media del nostro paese, e ci terrà compagnia per tutta l’estate. Cerchiamo di capire di cosa si tratta e perché è estremamente importante decidere se votare a favore o contro.

Come forse tutti sanno, la Costituzione Italiana fu scritta nei circa due anni successivi al referendum istituzionale del 1946 tra Repubblica e Monarchia, per entrare in vigore nel 1° gennaio 1948. Da allora, il suo testo ha subito molte leggere revisioni, ma solo in due casi furono chieste delle rilevanti modifiche attraverso l’uso del referendum: la riforma del 2001 sul titolo V (competenze Stato-Regioni) ebbe successo, mentre quella del 2006 sulla formazione di una Repubblica Federale con più poteri al Presidente del Consiglio fu bocciata. Dopo dieci anni ci verrà chiesto per la terza volta di voler modificare il testo di questa carta ormai quasi settantenne ma ancora piena di vita. La nuova proposta di riforma Renzi-Boschi, però, punta a rivoluzionare molti punti della costituzione: cerchiamo di fare chiarezza assieme cercando di capire cosa cambierà, punto per punto.

Camera dei deputati

La camera bassa non subirà cambiamenti: i deputati rimarranno 630, ma sarà l’unica a votare la fiducia al governo e l’unica ad approvare le leggi.

Senato della Repubblica

La camera alta, invece, verrà completamente rivoluzionata: i senatori passeranno ad essere da 315 a 100 (95 eletti dalle regioni, di cui 74 consiglieri regionali e 21 sindaci) e 5 dal Presidente della Repubblica, i quali resteranno in carica per 7 anni, eliminando così la carica di Senatore a vita. La durata del mandato dei nuovi senatori coinciderà con quella degli organi delle istituzioni territoriali dove sono stati eletti. La legge elettorale attraverso cui verranno scelti non è ancora stata definita: essi non percepiranno l’indennità parlamentare, ma solo quella da consigliere o da sindaco. Tuttavia, avranno comunque le spese di trasporto a Roma dalle Regioni e altre forme di rimborso, senza perdere l’immunità parlamentare. Inoltre, non è ancora chiaro se i 315 senatori che perderanno la carica godranno o meno del loro profumato vitalizio. Scompariranno anche i senatori che rappresentavano gli italiani all’estero.

Si passerà da un “bicameralismo perfetto” ad uno “imperfetto”: il Senato perderà il proprio potere legislativo salvo per i temi su rapporti tra Stato, Unione Europea ed enti territoriali, leggi costituzionali, tutela delle minoranze linguistiche, referendum popolari, normativa di Comuni e città metropolitane. Il voto del Senato quindi sarà obbligatorio solo su questi argomenti. Di conseguenza, anche l’iter legislativo sarà parzialmente nuovo. Prima della promulgazione ogni disegno di legge dovrà passare dalla Camera al Senato, che entro 10 o 15 giorni potrà chiedere di emendare il testo su richiesta di un terzo dei senatori (34). Una volta chiesta la possibilità di modifica, la camera alta avrà 30 giorni di tempo per deliberare emendamenti, che la camera bassa poi avrà la libertà di accettare o rifiutare. Invece, se si tratta di leggi sui temi citati prima, l’esame del Senato è obbligatorio e la Camera può respingere le eventuali modifiche solo ed esclusivamente se si pronuncia a maggioranza assoluta dei propri componenti (quindi 316). Il nuovo Senato non avrà più competenze sullo stato di guerra, amnistia e indulto.

Presidente della Repubblica

Il Presidente della Repubblica avrà il potere di sciogliere solo la Camera dei deputati e non più anche il Senato. Inoltre, la figura del Presidente della Camera dei deputati diventerà la seconda carica più importante dello Stato e sostituirà il capo dello Stato in sua assenza. Il Presidente della Repubblica verrà eletto dal parlamento in seduta comune (630 deputati + 100 senatori) e non più anche dai 59 consiglieri regionali. Cambierà anche la maggioranza necessaria per l’elezione: per le prime tre votazioni saranno sempre necessari i due terzi degli aventi diritto (in questo caso la quota sarà 487), dal quarto al sesto scrutinio non servirà più la maggioranza assoluta (50%), ma quella di tre quinti (in questo caso 438). Dal settimo scrutinio in poi sarà necessaria la maggioranza dei tre quinti dei votanti, invece che degli aventi diritto.

Corte Costituzionale

I cinque giudici di nomina parlamentare saranno eletti separatamente dalle due camere e non più in seduta comune: 3 dalla Camera e 2 dal Senato.

Federalismo (competenze Stato-Regioni)

Alcune competenze legislative che erano divise tra Stato e Regioni vengono trasferite esclusivamente allo Stato. Tra queste ci sono Protezione civile, tutela e sicurezza del lavoro, turismo e beni culturali, previdenza complementare e integrativa, mercati assicurativi. Alle regioni quindi resteranno solo competenze specifiche come Salute, Istruzione, Scuola e politiche sociali.

Disegni di legge con voto a data certa e decreti-legge limitati

Il governo può chiedere alla Camera dei deputati di deliberare (entro 5 giorni) che un disegno di legge abbia una via preferenziale nell’ordine del giorno, e che venga votato entro i successivi 70 giorni, prorogabili al massimo di altri 15 in base alla complessità del tema. Sono escluse da questo procedimento le competenze di entrambe le camere e i testi di legge elettorale, bilancio, ratifica trattati internazionali, amnistia e indulto. Inoltre, l’utilizzo dei tanto abusati decreti-legge verrà limitato: essi dovranno avere espressamente un “contenuto specifico, omogeneo e corrispondente al titolo”.

Referendum, leggi di iniziativa popolare e quote rosa

Per quanto riguarda i referendum abrogativi (per rimuovere una legge esistente), verrà introdotto un quorum minore nel caso in cui si raccolgano 800.000 firme invece che 500.000. In questo caso, per raggiungere il numero legale, basterà la maggioranza dei votanti alle ultime elezioni politiche nazionali. Se invece le firme saranno meno di 800.000 ma comunque minimo 500.000, il quorum sarà quello di sempre, ossia la metà degli aventi diritto. Verranno inoltre introdotti referendum propositivi (per proporre una nuova legge), ma il loro regolamento non è chiaro ed è ancora da definire. Per quanto riguarda invece le leggi di iniziativa popolare, il numero di firme necessario per la presentazione del testo aumenterà da 50.000 a 150.000, ma verrà garantita una deliberazione in tempi certi, anche se non ci sono ancora dettagli a riguardo. Inoltre la riforma si impegna a promuovere l’uguaglianza di genere nelle leggi elettorali delle camere e dei consigli regionali, ma anche in questo caso non disponiamo di particolari a proposito.

Abolizione delle province e del CNEL

Verrà rimosso dalla carta costituzionale ogni riferimento alle province, escluse quelle di Trento e Bolzano. Verrà inoltre soppresso il Comitato Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), organo costituzionale presente dal 1948.

Una scelta importante

Abbiamo cercato di presentare e spiegare nella maniera più semplice possibile le modifiche che subirebbe la nostra Costituzione. Sappiamo che molti punti possono sembrare ancora poco chiari e abbastanza tecnici, ma almeno era necessario mettere in ordine tutti i temi del dibattito, che in questi mesi sono stati toccati troppo spesso in modo incompleto e superficiale.

In questione c’è l’intero funzionamento istituzionale del nostro paese

Questo autunno apparirà davanti ai nostri occhi di elettore un bivio determinante: lasciare che la nostra carta costituzionale continui ad esistere così come la conosciamo o modificarla nella speranza – ma non nella certezza – che diventi migliore.

La decisione sarà trascendentale proprio perché in questo caso non si tratta di un’elezione come le altre: ecco perché è doveroso andare alle urne essendo il più possibile informati su quello che si vota. In questione c’è l’intero funzionamento istituzionale del nostro paese, quindi “SI” e “NO” saranno molto più di due semplici parole e dovranno essere usate con estrema accortezza.

Referendum costituzionale: cosa prevede e perché non dobbiamo fregarcene ultima modifica: 2016-08-19T19:38:15+00:00 da Jacopo Troise