Il “Rumble in the Jungle/Zaire 74” è stato senza ombra di dubbio il più grande evento sportivo/musicale della storia dell’Africa e probabilmente di tutto il mondo. A quarant’anni da questa storica manifestazione ripercorriamo gli eventi che portarono al grandioso match per la cintura dei pesi massimi tra Ali e Foreman, ma soprattutto al festival musicale di proporzioni “woodstockiane” che avrebbe dovuto fare da cornice dorata allo scontro.

 

fore-aliThe Rumble in the Jungle non è solo un match di boxe nel caldo asfissiante della foresta pluviale, così come Zaire 74 non può essere considerato solamente un festival, per quanto grandioso. È molto più di tutto questo. Il merito va suddiviso in maniera non del tutto salomonica tra due uomini: Don King, il manager di Mohammed Alì, intelligente a cogliere l’originale offerta arrivata da Kinshasa, ma soprattutto Mobutu Sese Seko, efferato dittatore dell’ex Congo Belga.

Mobutu dopo aver orchestrato, con l’aiuto della CIA, l’assassinio del presidente Lumumba e aver successivamente preso il potere con un secondo colpo di stato, si ritrovò nella scomoda condizione di dover legittimare la sua ascesa. Oltre agli usuali metodi di repressione e al tentativo di imprimere un cambiamento culturale cambiando il nome della nazione in Zaire, il dittatore intuì quanto i grandi eventi potessero essere il miglior spot per acquistare consensi. Eccoci quindi nel 1974.

In estate, la prima occasione. Lo Zaire si qualifica ai mondiali di calcio tedeschi. Perde la prima 2 -0 contro la Scozia, viene travolto 9-0 dalla Jugoslavia e dopo aver ricevuto concrete minacce dagli uomini di Mobutu, i calciatori riescono a salvare la faccia (e non solo) perdendo “solo” per 3-0 contro il Brasile, nella partita che entrerà nella storia per questo gesto…

Fallito il primo appuntamento, a Mobutu non resta che puntare tutto su un match di pugilato, quello per il titolo dei pesi massimi tra Alì e Foreman, accompagnandolo a un mega-concerto organizzato per celebrare l’evento. Gli sfidanti passano tutta l’estate ad allenarsi in Zaire per acclimatarsi, ma proprio prima dell’incontro che si sarebbe dovuto svolgere a settembre, Foreman si infortuna all’occhio e obbliga tutta la macchina organizzatrice a posticipare la sfida di un mese.

MOBUTU ALI FOREMANTuttavia, non potendo spostare la data del festival, per via dei singoli impegni degli artisti in cartellone, si decide di dividere i due eventi, portando ad una diserzione di massa dei concerti da parte dei tanti americani prontissimi a volare in Africa per vedere il match. Mobutu, a questo punto, ha il colpo di genio: ordina di aprire i cancelli, rende l’evento completamente gratuito e gli garantisce un’affluenza massiva, anche se solo dalla popolazione congolese.

Il festival che gli abitanti di Kinshasa hanno la possibilità di ospitare e di vivere, in tre intensissimi giorni, è con ogni probabilità il più grande omaggio e la più efficace celebrazione della cultura africana e afroamericana. Pensato e organizzato dal trombettista sudafricano Hugh Masekela, lo show che doveva introdurre “la rissa nella giungla” diventa una forte manifestazione di fratellanza e solidarietà tra i neri americani e i loro fratelli africani. Proprio in un periodo di tensioni sociali e di scontri, verbali e non, tra gli attivisti per i diritti dei neri, tra cui lo stesso Alì, e il governo degli Stati Uniti d’America.

Ma oltre al messaggio sociale e politico, non va trascurato l’aspetto musicale di un concerto che vede salire sul palco mostri sacri della black music. La carica del re del funk, James Brown, più in forma che mai, i ritmi cubani dei Fania All Stars con la “guantanamera” Celia Cruz, la chitarra soul/blues di B.B. King sempre piena di sfumature sonore e capace di suscitare emozioni ataviche. E ancora Bill Withers con la sua musica d’autore, coi The Spinners a chiudere la lista degli ospiti dagli States.

Ma oltre ai grandi della musica afroamericana vanno ricordati anche i musicisti originari del continente nero, tra cui quelli autoctoni, che resero indimenticabile questa festa nel cuore della giungla. A capitanarli Miriam Makeba, “Mama Afrika”, moglie di Masekela e cantante africana più famosa nel mondo, il grandissimo chitarrista Franco, Tabu Ley Rochereau, TPOK Jazz, SYMBA e molti altri.

Un evento di tale grandezza, capace di risvegliare l’orgoglio di un intero popolo, non poteva che chiudersi con un match storico e con la vittoria di Muhammad Alì, in rappresentanza non solo di se stesso, ma di tutta la popolazione nera vogliosa di combattere contro chi li continuava ad escludere e disistimare. A quarant’anni da allora, vale la pena di ricordare “The Rumble in the Jungle” come uno degli apici culturali del secolo scorso.

The Rumble In The Jungle / Zaire 74, dal ring alla storia ultima modifica: 2014-10-30T21:38:39+00:00 da Yorgos Papanicolaou