Sandro Bacchi fa il consulente finanziario, ma il mondo dell’arte lo reclama. Sante Visioni è il suo progetto artistico, che lo ha portato in giro per l’Italia, per l’Europa e…a incontrare Belén.
Una vita passata nella provincia fiorentina, prima del trasferimento a Milano tre anni fa. Sandro Bacchi ha 29 anni e due identità. Di giorno è consulente finanziario, di notte disegna e ritrova se stesso. Le sue opere giocano principalmente su tre colori, nero bianco e rosso, mescolando tratti crudi, con radici nella musica punk. Uno stile certamente enigmatico, quello di Sante Visioni, che si sta affermando sempre di più sia tramite performance live, sia mediante gli eventi dedicati alle autoproduzioni, come ad esempio AFA. Il trasferimento da Firenze, in questo senso, ha dato moltissimo respiro al progetto di Sandro. YURY lo ha incontrato a Milano.
L’intervista con Sandro Bacchi (Sante Visioni)
Quando nasce Sante Visioni?
L’origine di Sante Visioni come “progetto” può essere collocata nel 2010, quando ho iniziato a fare live painting. In quel periodo ho iniziato a dipingere durante i concerti dei DPG, la band, a metà tra punk e elettronica, composta dai miei amici. Da parte mia c’era grande stima verso la musica e il percorso che avevano intrapreso. Andavo ai loro live, gli urlavo in faccia, gli volevo bene. Dopo un live, Filippo (il chitarrista), mi disse: “La prossima volta vieni anche te e disegni“. Il concerto successivo mi presentai con dei fogli della stampante e dei gessi. Non sapevo nemmeno io cosa stessi facendo. Ci guardammo alla fine del live, dissi che ero stato bene e loro sottoscrissero, così continuammo. Dopo qualche altro live di assestamento ho trovato una dimensione più stabile, avevo una grande tela nera su cui dipingere e stavo dove di solito sta il batterista. Una performance sperimentale, dove non preparavo niente, ma seguivo la musica, come se stessi suonando il mio strumento. Ero a tutti gli effetti un membro della band, e il nostro messaggio era fatto di musica, parole e disegni. I DPG hanno pubblicato tre album autoprodotti, di cui uno “…and punk was with God”, in 100 copie, tutte personalizzate con un’illustrazione originale e numerata sul retro, fatta da me. Sante Visioni è nato in parallelo, come mio progetto personale, che iniziai a portare avanti fuori dal gruppo, collaborando con altri artisti soprattutto in serate e club insieme a dj e musicisti, per poi affiancarla sempre di più dall’attività in studio, partecipando con lavori di diverso stampo a fiere e mostre (la prima è stata Paratissima a Torino).
Come ti approcci alla creazione di un disegno? Hai dei modelli?
Quando disegno fondamentalmente faccio i conti con me stesso. È come se scrivessi la pagina di un diario, che sigillo con poche parole che lo descrivano e con un titolo. Con i disegni mi specchio, mi sfogo, e dopo sto meglio, anche se non risolvo il problema. Come tutti, ho pensieri e problemi, belli e brutti. Disegnare o dipingere è un modo per tirare fuori lo stato d’animo del momento, e per capirmi meglio. Mi serve per liberarmi.
Se dovessi dire i miei artisti di riferimento, direi Basquiat e Picasso, così come i fumetti, e i manga in particolare; li ho sempre adorati e sono al centro delle mie influenze, così come tanti artisti che ho conosciuto tramite i propri lavori in strada. C’è gente bravissima là fuori.
Quando hai capito che Sante Visioni avesse del potenziale?
Beh, considerando la “funzione” (esorcismo, liberazione ecc.) che assume l’atto del disegnare/dipingere per me, direi che il suo potenziale mi fosse chiaro da tempo, dall’adolescenza perlomeno. Il fatto di dargli un nome, di “inquadrare” in un certo senso questa mia attività, e di uscire allo scoperto confrontandomi con un pubblico, lo reputo un ulteriore passo in avanti. Direi un passo fondamentale per la mia evoluzione. Fin dai live con i DPG ho ricevuto buoni feedback e incoraggiamenti. Direi che questo è il leitmotiv che da sempre mi spinge a continuare a mettere in mostra i miei lavori. Se non avessi un riscontro positivo penso che confinerei la mia produzione ad una dimensione privata. Un aneddoto simpatico che mi ha confermato di essere sulla buona strada è quello di Belén. Avevo fatto degli adesivi semplicissimi, bianchi con la scritta Sante Visioni e uno spazietto dove poter disegnare. Un giorno il mio telefono squilla impazzito. Mi scrivevano tutti. In pratica, Belén Rodriguez ne aveva trovato uno in un bagno di un bar, lo aveva staccato e messo sulla cover del proprio telefono. Quando successivamente si era fatta un video su Instagram dove si vedeva l’adesivo, il “fuoco è divampato” e un sacco di gente ha iniziato a contattarmi (un post da quasi 18mila like, ndr). Visto che ignoravo la genesi della cosa, le ho scritto e dopo qualche giorno ci siamo incontrati a Milano. È stato un incontro molto piacevole. Ha preso un quadro e mi ha ringraziato su Facebook. Ora, probabilmente il pubblico a cui di solito mi rivolgo dipingendo non è lo stesso che segue Belén sui social, però in qualche modo questo episodio mi ha dato molta fiducia. Un ulteriore motivo per continuare (e soprattutto per fare il figo con gli amici!)
La tua produzione in cosa consiste?
Come detto, sono partito con le esibizioni dal vivo, quindi parte della mia produzione sono le performance che faccio, con i conseguenti lavori che ne derivano (tele o illustrazioni di grandi dimensioni). Ciò che ricerco nei live è l’immediatezza, l’istinto e il coinvolgimento del pubblico. Alla dimensione live ho affiancato una sempre maggiore produzione in studio. Faccio tele su commissione, di dimensioni e materiali concordati con il richiedente, faccio illustrazioni ad hoc, che incastono in vecchie cornici d’annata recuperate nei mercatini di tutto il mondo. Ho recentemente preparato una prima serie di serigrafie, di 20 copie uniche, così come il Bugiardino, la mia prima fanzine, che è andata a ruba e di cui sono felicissimo. Quello che faccio sempre e ovunque, è disegnare sulle mie moleskine e parlare con le persone. In tanti si interessano ai miei lavori, mi scrivono sui social, chiedono informazioni e, se possibile, ci organizziamo per incontrarci. Tutto ciò è una grande soddisfazione e io non posso che esserne felice. È bello sapere che qualcuno si rivede in ciò che provi.
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