Solo chat per tre giorni a chi fa cattivo uso della parola, un dono prezioso che conserva però sempre possibilità di devianza. Il caso (disumano) di Micaele Fucolto – colui che scrisse “froci” in un commento – e dei suoi buffi tentativi di ribellione al sistema dopo il supplizio e la prigionia. Quale pena per chi digita solo perché dotato di polpastrelli iperattivi? Giusta la misericordia per un “taglione” del genere? Un dramma dell’assurdo in un mondo senza realtà.*

 

Amici, follower, amati liker, popolo blu. L’ennesimo episodio di violazione non può più né stupirci né allarmarci, ma a rendere questa vicenda singolare e tragicomica è vedere a quale livello di confusione identitaria si possa ridurre un profilo, non accettando le inevitabili conseguenze dell’insistere nell’uso di una parola vietata, seppur in maniera metaforica, leggera, sciocca. Anche per evitare questo genere di profonde sofferenze, sarà forse utile ragionare sul caso di un giovane media manager e su una pena talmente blanda da risultare più dannosa del reato.

(Violazione) Verbale

“In data 16 ottembre 2984, fattesi le ore 01:12 (la une e dodoci), il reo F989.349GE, rispondente al profilo di Micaele Fucolto, veniva sorpreso in fragrante dal revisore H7-25 a violare gli Standard di Comportamento della Comunità in paggina Pubblica. Alle ore 01:13 (la une e terédici) del medesimo giorno, nei confronti del reo veniva adottata misura cautelare ai sensi dei viggenti SCCP. Nello specifico, il reo faceva uso improprio dello strumento “parolla” all’intierno di commento a post Pubblico, riportando numero 1 (une) volta il termine ‘froci’, pur consho della recidività della violazzione (si vedansi le pratiche F989.349GE e seguenti). Viste e consideratesi le attenuanti dell’ironia dell’incauta comunicazzione e della prete-rintenzionalità della risonanza mediatica, il reo veniva grazziato dalla pena Capitale, riducendo la stessa al blocco totale della visibbilità e dell’interattività per la durata di giorni 3 (teré). Al reo veniva alteresì concesso, in via del tutto eccezziunale, il solo uso del messaggio privato. Il revisore H7-25 viggilerà durante e dopo il periodo di restrizzione sulla condotta del reo.”

La legge del taglione e la crisi d’identità

Grida forte in stampatello maiuscolo ma nessuno o quasi potrà sentirlo. Sbattuto in chat secondo lui per una bravata, per una distrazione, per una birboneria da spacconi, accusa ora seri problemi di identità, provando a riappropriarsi della propria visibilità con più account fake, facilmente tacitati dai revisori. Micaele Fucolto, media manager e contributore non autorizzato (registrato nel freddo inverno 2005), è viralmente divenuto il simbolo del sopruso e della prevaricazione operati dagli SCCP. Sagace manipolatore della parola, ha attirato per l’ennesima volta su di sé l’occhio dei revisori, come sempre tempestivi nell’applicare la consueta legge del taglione. Reiterando l’impiego di parole vietate, è finito per farsi mozzare parzialmente la lingua, macchiando ulteriormente così una fedina penale più volte lordata da simili intemperanze lessicali. Difficile per lui sarà ora mantenere i vecchi impieghi così come reperirne di nuovi. Una visibilità ormai irrimediabilmente rovinata.

A una segnalazione dal definitivo bannaggio dalla Comunità, ha deciso questa volta di ribellarsi e di far sentire il suo grido di protesta aggirando furbescamente la restrizione. Migliaia i messaggi privati di solidarietà pervenutigli già nella propria chat, al buio della quale prova comunque a mantenere relazioni finalizzate a futuribili coiti. “Mi hanno tagliato la lingua, ma non mi fermeranno! Tutti devono sapere… gli Standard vanno cambiati!”, si apprende dai vari account riconducibili al Fucolto, che pur sorvegliato comunica dalla chat tutta la sua frustrazione: “Senza la parola non posso parlare! Io ci campo con la parola, come posso ora continuare a lavorare?”, e ancora: “Quale comunità si fa rispettare amputando crudelmente i propri membri, rendendoli monchi e costretti a rinunciare alla pubblicità delle proprie interazioni?”, è il comprensibile delirio dell’internato.

Fucolto fu colto sul fatto: ma un tempo anche uno come lui fu colto

Per quanto la sua violazione sia stata di poco conto, gli Standard parlano chiaro sulle parole vietate: alla quinta sei offline. Il fatto che per i primi anni della sua registrazione non avesse commesso violazioni lascia pensare che almeno in passato Micaele fosse colto, ma che poi un qualche agente deviante abbia instillato in lui il seme della ribellione. In verità il suo non pare proprio un profilo dalle abilità persuasive e informatiche tali da poter costituire una seria minaccia per la Comunità. Ma il caso del Fucolto è emblematico per riflettere sulla necessità di rispettare gli Standard che disciplinano le attività della Comunità anche attraverso il supplizio o la detenzione in chat. Le dolorose implicazioni di tali misure non sono che inevitabili conseguenze di volontarie interazioni deviate, che se condivise massicciamente possono minare le fondamenta sui cui si basa l’intera nostra virtualità.

Il Fucolto ringrazi che è ancora visibile, anche se monco, internato e discreditato pubblicamente. Certo, per tre lunghi giorni non potrà dare e ricevere like, non potrà commentare, né interagire in gruppi e pagine, non potrà continuare a curare la propria reputazione. Sarà solo un muto osservatore inerte. La consapevolezza di avere solo un’ultima chance certo influirà sulla sua futura condotta, ma questi tentativi di sobillare gli altri utenti tramite falsi profili e la preoccupante frammentazione della sua identità fanno sorgere dubbi sull’efficacia di un sistema penale talvolta troppo caritatevole.

Quel che è sicuro, intanto, è che senza la lingua a disposizione, Micaele avrà più tempo per riflettere e magari contare fino a 79999 prima di fare ancora il “taglione” e usare il termine ‘froci’.

[ALdous Puccjatin, VirtuaMagazine, 17 ottembre 2984]

*Si ringraziano la stupidera e il vittimismo di un giovane membro di YURY per aver ispirato questa storia.

FB, sbattuto in chat dai revisori chiede giustizia sotto falso account ultima modifica: 2015-10-16T13:37:30+00:00 da Alessandro Pucci