Stefano “Stevo” Vignali, genovese classe 1986, ci ha parlato del suo rapporto con la street art. Un legame molto forte, una passione con uno spiccato risvolto sociale.
La street art mi ha conquistato con il suo linguaggio diretto e alla portata di tutti. È un mezzo di comunicazione che mi assomiglia, per la sua immediatezza e la sue caratteristiche fuori da margini precisi. È il modo che preferisco per esprimermi e passare del tempo in compagnia di me stesso.
Mi piace l’idea che l’arte si possa portare fuori da case, musei e gallerie, così da far viaggiare oltre i confini prestabiliti la sua stessa essenza: può far pensare, strappare un sorriso, emozionare, stimolare curiosità o lasciare totalmente indifferenti.
Questo linguaggio artistico lega indissolubilmente messaggio, colore e territorio. L’intenzione è quella di decorare la città in cui vivo, Genova, suscitando nei passanti un momento di distrazione dalla corsa quotidiana.
L’opera non ristagna nel dipinto in se stesso. L’idea si lega al messaggio e diventa un tutt’uno con l’ambiente su cui si posa e che, spesso, per l’occhio ha poco valore: bidoni della spazzatura, vecchi frigoriferi abbandonati, bacheche pubblicitarie inutilizzate.
Un altro aspetto affascinante è legato al tempo dell’opera: una durata sconosciuta, limitata, proprio come l’esistenza umana. Spesso capita di dar vita ad un’idea che il giorno dopo non esiste più: distrutta, rubata, coperta… E questo fa parte del dipinto stesso.
[Stefano Vignali]
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