Studio D’Ars, è uno spazio espositivo milanese che dal 1975 propone mostre ed eventi dedicati ai linguaggi eterogenei della contemporaneità e che da alcuni anni è diventato anche luogo privilegiato della street art, radunando in vari progetti i maggiori artisti del panorama nazionale e mondiale. La galleria fotografica e l’intervista esclusiva al suo direttore artistico, Daniele Decia.

 

È molto piccolo, anzi fa quasi strano che sia così piccolo. Nel bel mezzo della Milano borghese, a due passi da Sant’Ambrogio e dal Castello Sforzesco, dal 1975 Studio D’Ars è un nome che nella città meneghina richiama all’arte.

Nato come galleria d’arte contemporanea, negli ultimi anni grazie all’intuito e alla passione del suo direttore artistico Daniele Decia, ligure doc trasferitosi come molti concittadini aldilà dell’appenino, Studio D’Ars è diventato un punto di riferimento per tutta la scena della street art non solo cittadina ma anche nazionale. BROS, GIO PISTONE, MR FIJODOR, MACS, GIULIO VESPRINI, ETNIK, JOYS, CORN 79, OPIEMME, ORTICANOODLES, PAO, SEACREATIVE, ARIS, 108 e CT, sono solo alcuni tra gli artisti che hanno collaborato con Studio D’Ars negli ultimi anni. Ecco alcune delle loro opere (clicca per sfogliare tutte le immagini).

Studio D’Ars – Photogallery

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Posted by YURY magazine on Mercoledì 13 maggio 2015

Oltre a proporre mostre ed eventi dedicati ai linguaggi eterogenei della contemporaneità all’interno del proprio spazio in via Sant’Agnese, lo Studio D’Ars ha voluto spingersi all’esterno delle proprie mura, rivelando la vera natura dell’arte come bene al servizio della collettività.

Postumi, risultati di esperienze inebriantiIn collaborazione con l’Associazione il Gabbiano e Square 23 di Torino, all’interno e all’esterno dell’ex carcere di Tirano, ha organizzato la rassegna “Imprevisti artistici, probabilità sociali”, volta alla riqualificazione dell’ex carcere di Tirano e per la sua riconversione in struttura di accoglienza. O ancora, all’interno delle scuderie del Castello Visconteo-Sforzesco di Vigevano, ha presentato il progetto “Postumi, risultati di esperienze inebrianti”.

Tornando all’interno della galleria, molti sono stati anche i progetti curatoriali presentati per dare visibilità agli artisti e divulgare in modo organico e ragionato i diversi stili e approcci alla street art: “XXxXX”, “URBANSOLID – zona audiosorvegliata”, “BLACK&WHITE”, “PARENTESI APERTE”, “SKETCH VINYLS”.

YURY, voce della street art a Genova, vi presenta ora chi ha creato questo piccolo miracolo underground, nel cuore del business italiano: Daniele Decia, direttore artistico dello Studio D’Ars Milano.

L’intervista

Ciao Daniele, presentati a i lettori di YURY: chi sei, come sei arrivato a D’Ars e come è nato il tuo amore per la street art?

La mia passione per l’arte ovviamente comincia da bambino in quel di Calice Ligure dove sono nato e cresciuto e si sviluppa a livello “quasi ossessivo” con la mia crescita e la frequentazione delle famiglie di artisti che popolavano il mio piccolo paese. Nel 2005 nasce l’idea di cominciare a dare un senso al Museo Casa del Console e con la direzione artistica di Franz Paludetto allestiamo una serie di esposizioni che per un periodo fanno tornare in mente il clima del paese negli anni ’70. Chiuso il discorso Museo, non potevo starmene senza piantare chiodi nei muri, per cui parte nel giugno del 2010 una nuova avventura e accompagnato da Armando D’Amaro si dà vita alla galleria Punto Due, nome suggeritoci da Sarri e Gagliardino per omaggiare la storica Il Punto di Remo Pastori. Nei due anni successivi l’attività si intensifica notevolmente e la voglia di provare a vivere di questa passione aumenta progressivamente fino al punto che nel settembre 2012 chiedo a Grazia Chiesa e Vanna Nicolotti (anime di D’Ars Agency) di trovarmi un lavoro o uno spazio a Milano e loro mi propongono la gestione di Studio D’Ars in via Sant’Agnese, quindi in pieno centro. Devo dire che quegli 8 secondi che mi hanno portato a prendere la decisione di accettare sembravano interminabili, avrei comunque lasciato una situazione sicura (il mio bar e quindi il mio lavoro), avrei dovuto lasciare la tranquillità del paesello dov’ero cresciuto e trasferirmi in una città che a me sembrava gigantesca e con una quantità di gallerie tale che poter pensare di reggere il confronto appariva improponibile o quantomeno presuntuoso. Alla fine sono salito sul treno con un biglietto di sola andata. Arrivato a Milano ho cercato di capire che cosa avrei potuto proporre al pubblico metropolitano e considerando l’offerta cittadina, la scelta poteva risultare alquanto complicata. Perciò ho fatto un ragionamento basato esclusivamente sull’istinto (incoscienza?) e mi son detto: “proverò a far vedere quello che piace a me”. Eccomi quindi a proporre arte urbana (street art, post-graffiti, underground e altri derivati) con l’obbiettivo di riuscire a incuriosire il pubblico e risvegliare nella mente delle persone una valutazione che sia finalmente meritocratica per artisti che hanno uno spessore notevole. L’arte urbana ha per me tante analogie con ciò che era avvenuto col “branco” di Scanavino, infatti è l’unico movimento artistico dove tra gli artisti c’è uno spirito solidale che nasce probabilmente dalle azioni illegali fatte precedentemente alla loro “entrata in galleria”; c’è contaminazione tra i loro lavori e c’è la voglia di crescere insieme. Studio D’Ars prende una forma nuova a ogni esposizione; ogni volta spingo gli artisti a dipingere lo spazio e a far si che si trasformi in un laboratorio costante per me e per l’artista“.

Hai collaborato con i principali e talentuosi artisti italiani, chi ti ha “lasciato” di più?

Mi mette davvero in difficoltà rispondere a questa domanda. Con alcuni di loro il rapporto di lavoro si è trasformato in vera e propria amicizia e tutti quanti, e non è retorica, mi hanno trasmesso emozioni. Posso citarti esperienze diverse fatte al loro fianco. Ad esempio l’esperienza al carcere di Tirano, perché in quel luogo si è creato tra gli artisti e gli ospiti della comunità un rapporto di interazione e complicità e quella è stata davvero un’esperienza bellissima. Tutte le volte che si è dipinto in galleria e soprattutto la prima volta con Bros con il quale abbiamo iniziato il murales a notte fonda; con Joys con il quale abbiamo realizzato il primo intervento in città in occasione di una festa di quartiere. E Parigi con gli Urbansolid! Il frutto di un progetto nato in galleria e sviluppatosi nella capitale francese con azioni di guerrilla urbana documentate dalle videoriprese di David Drills. I vari Stroke Urban Art Fair in Germania con Etnik, Mrfijodor, Corn79, Vesod, No Curves, Ct e Joys. Insomma, sono davvero tante le emozioni che questo splendido lavoro mi ha regalato e continua a regalarmi“.

Il progetto “Parentesi Aperte” curato dalla bravissima Alessandra Ioalè si è rivelato un modo geniale di presentare importanti nomi della street art alla collettività, da cosa nasce questo progetto?

Alessandra è una storica dell’arte che io stimo molto. Ci si conosce tutti nell’ambiente legato all’arte urbana e fortunatamente ci si confronta, si chiacchiera. E proprio da queste chiacchiere nascono progetti di collaborazione che possono far sì che tenendosi per mano e facendo le cose insieme si possa far crescere tutto il movimento“.

In che maniera credi che Studio D’Ars possa contribuire alla crescita della street art in Italia?

Credo che per rispondere a questa domanda sia doveroso tornare indietro con gli anni e immaginasi cos’era e cosa proponeva Studio D’Ars negli anni ’70. Infatti alcuni dei giovani emergenti proposti da Grazia Chiesa sono stati: Bonalumi, Simeti, Sarri, Mariani, Rotella e potrei non finire più quest’elenco per via di innumerevoli (più di 600) esposizioni fatte all’interno di quei 21 metri quadrati. L’idea che animava Grazia e lo Studio D’Ars era proprio la promozione di qualcosa (e di qualcuno) di nuovo. E questo è lo stesso spirito che anima le mie proposte e che mi porta a proporre quel “nuovo”, attuale e contemporaneo, che personalmente mi incuriosisce di più. Perciò credo che la crescita sia per gli artisti, per il movimento e, perché no, anche per me. Negli ultimi anni sono aumentati gli spazi espositivi che hanno compreso questa necessità di proporre qualcosa oltre ad affermare (o invece di) il già celebrato e di questo ne sono particolarmente felice“.

Progetti per il futuro? Sappiamo che non hai dimenticato la tua Liguria…

A novembre curerò una collettiva al Museo della Permanente, storico spazio espositivo nel cuore di Milano e sono in fase di sviluppo diverse attività legate a Finale Ligure dove da poco si è costituita un’associazione che si chiama Ide-aree e che potrebbe dare il via a una serie di iniziative molto interessanti; il primo appuntamento sarà il 23 maggio con un happening dove io mi occuperò di curare dei live painting. Inoltre sempre sul territorio ligure sta crescendo il progetto Arteco, nato da una passione comune per l’arte che ho con Silver Catelli, amministratore unico di Baseco, centro di stoccaggio rifiuti con sede a Villanova d’Albenga, dove il 16 maggio presenteremo il terzo capitolo di “Untitled” una serie di eventi d’arte caratterizzati da numerose performance dal vivo in un luogo che potrebbe sembrare non “tipico” come contenitore di cultura ed è proprio quello che mi affascina maggiormente. Per quel che riguarda Studio D’Ars diciamo che ci attendono parecchie sorprese, in galleria ora c’è un progetto di AK legato a interventi urbani fatti in città e la prossima esposizione sarà la personale di David Bacter, uno degli artisti più incredibili che ho avuto la possibilità di conoscere da quando vivo a Milano. Quella di Bacter sarà probabilmente l’ultima esposizione ”loggata” Studio D’Ars, e poi? Diciamo solo per ora che ci attendono nuove avventure…“, che anche YURY non vede l’ora di seguire.

Studio D’Ars Milano, spazio di vita e arte ultima modifica: 2015-05-13T23:24:02+00:00 da Andrea Pioggia