Il ciclamino di casa è diventato banale, i gerani che la mamma ha sul balcone sono roba già vista. Se avete il pollice verde ma volete andare contro corrente, perché non farvi una bella pianta carnivora?
Già le conoscerete, per via di cartoni animati o di Super Mario. Le piante carnivore o insettivore sono degli organismi altamente specializzati, perché a differenza di altri vegetali si adattano a intrappolare e divorare esseri viventi come protozoi e artropodi vari.
Perché le piante carnivore si nutrono di organismi viventi?
La risposta è semplice, per sopravvivenza. Queste piante, di cui esistono 600 specie, sono cresciute in habitat particolarmente estremi, privi di nutrimenti e spesso con suoli molto acidi. Proprio per questa ragione hanno dovuto trovare il modo di sintetizzare elementi importantissimi per il loro sostentamento, come azoto e fosforo, attraverso altri esseri viventi.
Le trappole mortali che le piante carnivore utilizzano per potersi cibare delle malaugurate prede sono spesso modificazioni delle foglie: se ne possono annoverare diverse tipologie, dal rudimentale allo strabiliante.
Tra le trasformazioni più conosciute dal già citato pubblico dei cartoni animati, ecco la trappola a scatto, una tecnica di cattura adottata dal 14% delle piante carnivore. Alcune di esse sono molto famose (e facilmente reperibili dal fiorista), come la Dionaea muscipola, coi suoi lobi articolati che si chiudono a scatto quando qualche organismo “stuzzica” dei peli sensoriali, finendo intrappolato, senza possibilità di fuga.
Dalla finta rugiada agli aspiratori
Un buon 43% delle piante carnivore ricorre a metodi più semplici ma non per questo meno efficaci, come quelli delle trappole adesive: le prede rimangono invischiate in secrezioni e mucillagini appiccicose prodotte grazie a pratici tentacoli.
A usarle sono molte Drosophillaceae. Nel genere Drosera troviamo anche tentacoli capaci di muoversi, come quelli della Drosera capensis, per una maggiore efficienza nel momento della predazione. Quelli di alcune piante del genere Byblis invece secernono goccioline somiglianti a fresca e dissetante rugiada: ovviamente questo è solo un vile trucco per attirare gli insetti, che non sapendo resistere a una così invitante offerta rimangono invischiati in guai molto seri.
Nell’immaginario collettivo le piante carnivore sono quelle con la chiusura a scatto, di cui abbiamo appena parlato, o quelle ad ascidio. Queste ultime modificano talmente tanto le loro foglie da farle diventare delle urne, con tanto di coperchio: dentro a tali vasi per insetti ci sono dei buoni enzimi digestivi. Una volta che le vittime sono state attirate dal nettare e dai colori sgargianti, vengono inghiottite in poco tempo.
Le versioni ad ascidio più semplici appartengono al genere Heliamphorma, che formano l’urna per mezzo di una semplice saldatura della foglia tramite i due margini. Ve ne sono anche di più complesse, come la Darlingtonia californica, anche conosciuta con il nome di pianta cobra, per via della sua forma. La bocca dell’anfora qui è notevolmente protetta dall’opercolo, in modo che l’acqua piovana non possa diluire i prodotti per digerire le prede. Se si vuole fare una cosa, almeno la si faccia bene!
Ultima ma non meno interessante categoria di trappole utili a fare scorpacciate di piccoli organismi è quella ad aspirazione, invidia di tutte le aziende produttrici di elettrodomestici. Tali sofisticati tranelli appartengono unicamente al genere Utricularia, le cui piante possiedono delle particolari vescicole, chiamate utricoli, spesso sotterranee: intrappolano tutti i piccoli invertebrati aspirandoli al loro interno.
Tutto il meccanismo è azionato ancora una volta da peli sensoriali. Se scontrati da una preda, innescano un trasporto attivo di ioni verso l’esterno, provocando una fuoriuscita di acqua dall’utricolo. Parzialmente svuotato, quest’ultimo risucchia tutto ciò che gli sta intorno, da un’apertura fino a quel momento sigillata.
Nel video qui sotto possiamo osservare le incredibili capacità della Utricoliaria. Ecco quanto può essere rapida una pianta.
Scegliete pure la pianta carnivora da appartamento che più vi aggrada, ma state attenti a come la nutrite. Non basta annaffiarle una volta a settimana.