Vinyl è l’ennesima serie tv di alto livello firmata HBO. Sesso, droga e rock’n roll per portare lo spettatore nella New York del 1973 e rivivere le glorie del genere musicale più amato di tutti i tempi.

Semplicemente la serie tv più attesa del 2016. Sua maestà Mick Jagger dei Rolling Stones, Martin Scorsese (alla regia nel primo episodio), più gli autori/produttori Rich Cohen e Terence Winter (I soprano, Boardwalk Empire e The Wolf of Wall Street per il cinema) hanno unito le proprie forze per realizzare Vinyl, un omaggio al rock e al punk anni ’70, in tutte le sue romanzesche sfaccettature.

Ah, quanta nostalgia questa New York sporca e ribelle, bruciante di gloria, casa accogliente per tutti gli outsiders, soprattutto per i musicisti. Vinyl è la storia di Richie Finestra (Bobby Cannavale) e della sua etichetta discografica, la American Century Records. Un italo-americano duro e puro, imbevuto di debiti e alcol, circondato da altrettanto disperati e simpatici personaggi “scorsesiani”, accomunati tutti dallo stesso modo scanzonato e incosciente di affrontare la vita. Fra gli altri, si nota la personalità  della giovane assistente all’A&R Jamie, ambiziosa e amante del rock, interpretata da una felina Juno Temple, sempre sul pezzo per quanto riguarda l’outfit.

L’intento di Scorsese e Jagger è abbastanza chiaro: celebrare e omaggiare la storia della musica rock, le sue origini e la sua evoluzione. Come si è passati dal blues al folk, dal soft rock al glam, arrivando al punk.

Vinyl parla di un mondo che non c’è più. Un mondo in cui i contratti discografici si ottenevano cantando per strada, in club polverosi e sporchi, nella metropolitana, alla fermata dell’autobus, non c’è ancora il digitale a glorificare musicisti privi di talento. I records men come Richie giravano le città a caccia di nuove tendenze, ascoltando e scoprendo gli interessi delle persone a cui la musica era rivolta. Ed è in questo che si sente l’impronta di Jagger, il quale ha sicuramente contribuito alla stesura dello script con qualche chicca d’altri tempi.

La cura del dettaglio a tratti maniacale restituisce un’atmosfera realistica e coinvolgente, portando all’attenzione dello spettatore momenti storici, ricostruiti ad hoc per far battere il cuore dei rockettari: su tutte la scena in cui Richie parla con Robert Plant poco prima che il biondo frontman dei Led Zeppelin salga sul palco del Madison Square Garden, esibendosi in uno dei concerti più leggendari mai suonati.

vinyl led zeppelin new yorkLa storia d’amore tra Scorsese e il rock è tutt’altro che fresca: nasce già nel 1969, quando divenne assistente alla regia del mitico documentario su Woodstock, il più famoso festival musicale di tutti i tempi. In tutta la sua carriera si è sempre fatto notare per l’estrosità delle colonne sonore dei suoi film, da Quei bravi ragazzi (vedi alla voce: Rolling Stones) a The Departed (ma ve la ricordate I’m shipping up to Boston urlata dai Dropkick Murphys?). Negli ultimi anni è stato anche autore di alcuni validissimi documentari su leggende del rock, fra cui George Harrison – Living in the material world e Shine a light, sempre sui tanto amati Stones.

Se amate l’atmosfera graffiante anni Settanta o siete semplicemente degli ottimi nostalgici di Led Zeppelin e simili, questa serie fa per voi: un viaggio al centro del rock, dove è la musica la vera protagonista.

Vinyl: la serie tv firmata Jagger-Scorsese per tornare alle origini del rock ultima modifica: 2016-02-19T12:01:06+00:00 da Margherita Basso